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Miccoli a Palermo davanti al pm: "Non sapevo Lauricella fosse figlio di un boss, ma gli voglio bene"

L'ex capitano rosa è tornato in città nell'ambito della vicenda che lo vede legato al figlio del mafioso Antonino Lauricella

Fabrizio Miccoli

PALERMO. Mauro Lauricella, figlio del boss Antonino detto "lo scintillone", era un "esperto di discoteche". Per questo sarebbe stato contattato dall'ex bomber del Palermo, Fabrizio Miccoli, per risolvere una questione legata alle quote societarie di un fisioterapista in un locale a Isola delle Femmine: il Paparazzi. Una vicenda per la quale l'ex capitano rosanero è finito sotto inchiesta per estorsione aggravata (è stata respinta la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura nei mesi scorsi), mentre Lauricella e Gioacchino Alioto sono finiti sotto processo davanti alla seconda sezione del tribunale di Palermo.

Fabrizio Miccoli oggi è tornato a Palermo, ma non per questioni sportive. Si è seduto sul banco dei testimoni per rispondere alle domande del pm sul suo amico Lauricella. “Non sapevo fosse figlio di un mafioso – ha spiegato - l’ho saputo solo dopo. In ogni caso, questo non aveva importanza. Io voglio bene a Mauro, lo frequentavo nel tempo libero. Con lui mi divertivo”.

Secondo gli inquirenti, che indagano dal 2010, il giocatore avrebbe interessato Lauricella jr di recuperare alcuni crediti vantati da un fisioterapista che era socio nella discoteca. “Sono stato sei anni a Palermo e sono andato tre volte in discoteca, sempre con Mauro. Avendo saputo che il fisioterapista aveva qualche problema con questi della discoteca – ha spiegato l’ex bomber rosanero - mi è venuto spontaneo parlare con Mauro”.

Lauricella e Alioto avrebbero poi incontrato, nel 2010, uno dei soci della discoteca in un locale in piazza Kalsa, con altre persone e sarebbero riusciti a recuperare parte del credito. Le indagini su Mauro Lauricella partono dall'inchiesta che portò in carcere il padre nel 2011. Intercettando Mauro Lauricella, gli investigatori sentono una conversazione tra lui e Fabrizio Miccoli, il 22 giugno nel 2010, in cui il giocatore chiede al figlio del boss di occuparsi del recupero di somme.

“Io non sapevo se Lauricella avrebbe trattenuto dei soldi per il suo interessamento”, ha spiegato Miccoli. Ma il pm gli ha contestato un sms in cui l’attaccante scriveva a Lauricella (a settembre 2010): “Ok 10 per lui e 2 per te”. Per gli inquirenti, Lauricella sarebbe riuscito a recuperare dodicimila euro di cui due per lui. “Non è che io ho imposto nulla – ha spiegato il giocatore - Si parlava di quello che si doveva dare. Se poi il fisioterapista voleva regalare duemila euro a Lauricella, non è che io posso dire nulla”.

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