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Palermo, 21 anni per la casa dello studente: progetto fermo

Opere e collaudi non pervenuti ancora oggi a causa di alcuni contenziosi

PALERMO. "Faccio appello all'università di Palermo che è proprietaria dell'immobile, allo Iacp che è l'ente che si occupa della gestione dei lavori, ma anche al Comune, alla Regione siciliana, alla soprintendenza, affinché, anche attraverso una rapida conferenza di servizio, possano deliberare le iniziative utili a sbloccare i lavori dell'hotel Patria". Lo dice il presidente dell'Ersu, Alberto Firenze.

"Una vicenda - aggiunge - che definire kafkiana è riduttivo, se si pensa che dal 1995 sono state avviate le procedure per destinare l'immobile a casa dello studente con cento posti letto, ma che appare come la tela di Penelope poiché l'Università di Palermo non riesce a pronunciare mai la parola 'fine' sui lavori a causa di plurimi contenziosi con alcuni inquilini e fra le ditte aggiudicatarie degli appalti gestiti dallo Iacp; il risultato è che in questi decenni l'hotel Patria è stato, di fatto, rubato agli studenti e alla città".

La struttura nel 1995 fu inserita in una convenzione tra l'università, lo Iacp e l'allora Opera universitaria, oggi Ersu, per il recupero di alcuni immobili ("ex hotel de France, hotel Patria ed ex conservatori Santissima Annunziata") utilizzando i fondi "Universiade estive del 97".

Nel marzo 2008 l'Ersu prese in consegna dall'università - provvisoriamente - l'immobile in attesa dei collaudi tecnico amministrativi e delle opere che ne consentissero l'abitazione. Opere e collaudi non pervenuti ancora oggi a causa di alcuni contenziosi dell'università con alcuni privati che hanno usucapito alcune porzioni della proprietà. Così come per la definizione della scala antincendio i cui lavori erano iniziati a dicembre 2015 ma che, tuttora, sono bloccati in seguito a un ricorso esperito dalla ditta arrivata seconda nella gara.

"Gli studenti universitari - conclude Firenze - hanno tutto il diritto di potere utilizzare questa struttura, per questo chiedo di fare presto. E' un grido di aiuto lanciato anche a nome degli studenti universitari".

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