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"Le multe degli amici pagate da altri", 4 vigili rinviati a giudizio

Ad essere presi di mira soprattutto i ragazzini che viaggiavano in scooter senza casco

Il tribunale di Palermo

PALERMO. Gli amici venivano multati ma i verbali li pagava qualcun altro. Per falso e abuso d'ufficio sono stati rinviati a giudizio dal gup Giangaspare Camerini quattro vigili urbani di Palermo. Ad architettare il sistema, secondo l'accusa, sarebbe stato il commissario Francesco D’Antoni. Per lui e per Manuela Bannò, Rosalia D'Alessandro e Laura Petrolà il processo comincerà il 4 luglio davanti alla terza sezione del Tribunale di Palermo.

Sono cinque gli episodi, da agosto a novembre 2011, contestati dalla procura ai quattro vigili urbani. Ad essere presi di mira soprattutto i ragazzini che viaggiavano in scooter senza casco. Pur di non farsi sequestrare il mezzo, preferivano fare come diceva il commissario.

Secondo l’accusa, il sistema era collaudato: se il giovane controllato dagli agenti totalizzava una serie di infrazioni che prevedevano multe salate o addirittura il sequestro del mezzo, gli veniva proposto di pagare “solo 39 euro”, ma quella multa era stata presa da qualcun altro. Il gioco è durato fino a quando uno dei ragazzi ha denunciato l'accaduto agli agenti del commissariato Oreto, facendo scattare l'indagine.

Nella scorsa udienza, una delle indagate, Manuela Bannò ha accusato il commissario. “Mi sono accorta di quello che D’Antoni faceva solo dopo un certo periodo. Quando ho capito, mi sono fatta trasferire”, ha spiegato Bannò, difesa dall’avvocato Tommy De Lisi.

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