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"Multe dei suoi amici le pagavano altri": commissario dei vigili sotto inchiesta

Avrebbe fermato motociclisti e automobilisti e poi gli intimava di pagare multe prese da altri per non incorrere in sanzioni più gravi

PALERMO. Le multe ai suoi amici non le faceva sparire, ma semplicemente le pagavano altri. E’ questa l’accusa per il commissario dei vigili urbani di Palermo, Francesco D’Antoni, che è stata ribadita in Tribunale da una sua collega, anche lei indagata per falso e abuso d’ufficio.

Manuela Bannò – che rischia il rinvio a giudizio assieme a D’Antoni e a Rosalia D'Alessandro, Laura Petrolà – ha vuotato il sacco davanti al gip Giangaspare Camerini. “Mi sono accorta di quello che D’Antoni faceva solo dopo un certo periodo. Quando ho capito, mi sono fatta trasferire”, ha spiegato Bannò, difesa dall’avvocato Tommy De Lisi. Secondo l’indagata, D’Antoni fermava motociclisti e automobilisti e poi gli intimava di pagare multe prese da altri per non incorrere in sanzioni più gravi.

Sono cinque gli episodi, da agosto a novembre 2011, contestati dalla procura ai quattro vigili urbani. Ad essere presi di mira soprattutto i ragazzini che viaggiavano in scooter senza casco. Pur di non farsi sequestrare il mezzo, preferivano fare come diceva il commissario. “D’Antoni – ha spiegato Manuela Bannò – fermava i ragazzi, ma poi quando c’era da fare la multa mi diceva di allontanarmi. Ho capito che c’era qualcosa di anomalo e poi ho saputo quale era il raggiro”.

Secondo l’accusa, il sistema era collaudato: se il giovane controllato dagli agenti totalizzava una serie di infrazioni che prevedevano multe salate o addirittura il sequestro del mezzo, gli veniva  proposto di pagare “solo 39 euro”, ma quella multa era stata presa da qualcun altro. Il gioco è durato fino a quando uno dei ragazzi ha denunciato l'accaduto agli agenti del commissariato Oreto, facendo scattare l'indagine.

Il giudice deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio il 5 aprile.

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