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Condannato per la morte di Naro: "Sfogò la sua aggressività"

Per la morte del giovane condannato – a novembre scorso - Andrea Balsano, all’epoca dei fatti minorenne

PALERMO. Un “calcio violentissimo” alla nuca provocò la morte di Aldo Naro, il giovane medico di 24 anni deceduto il 14 febbraio dell’anno scorso nella discoteca Goa di Palermo durante una festa in maschera. Lo scrive il Tribunale dei minorenni di Palermo, nelle motivazioni della sentenza con la quale è stato condannato – a novembre scorso - Andrea Balsano, all’epoca dei fatti minorenne. Gli sono stati inflitti dieci anni di reclusione (scontati di un terzo per il rito abbreviato).

L' imputato aveva 17 anni quando avvenne la rissa e faceva il buttafuori, dopo essere stato reclutato nel quartiere dello Zen. Venne arrestato quattro giorni dopo il delitto.Sarebbe stato lui a sferrare il calcio letale. Secondo i giudici “il comportamento dell’imputato, in considerazione delle modalità, circostanze e mezzi usati, seppure non appaia direttamente finalizzato alla realizzazione dell’evento letale che poi si è verificato, deve considerarsi sicuramente come atto volontario, le cui conseguenze, del tutto prevedibili, sono state accettate dall’imputato”. Balsano avrebbe agito “a tutti i costi – aggiungono - per sfogare la sua aggressività e imporre la propria forza, in qualità di vigilante-buttafuori”.

Naro era “a terra, privo di difesa – proseguono i giudici – e stordito a causa dei colpi subiti in precedenza, tanto da cadere per terra avendo anche difficoltà a deambulare”.

Il 14 febbraio scorso Aldo Naro si trovava al Goa con la fidanzata e alcuni amici. Aveva prenotato con la sua comitiva un tavolo nel privé del locale. La rissa, secondo quanto hanno raccontato gli amici del ragazzo che da poco si era laureato in medicina, sarebbe scoppiata per un cappellino da cowboy. L'intervento dei buttafuori avrebbe poi fatto degenerare la situazione.

Simona Licandro

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