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Sanità, M5s: "Ombre sull'Ismep". Due esposti in procura

Giulia Di Vita

PALERMO. Dopo le interrogazioni parlamentari scattano ora gli esposti alla magistratura. Il movimento 5 stelle vuole vedere chiaro nell'annosa questione dell'istituto mediterraneo di eccellenza pediatrica (Ismep) di Palermo, finito, a quanto pare, su un binario morto. I lavori del cantiere sono da tempo sospesi, come ha confermato in la stessa società che ha in carico l'opera. Da qui l'azione dei deputati Giulia di Vita (Camera) e Giorgio Ciaccio (Ars) che prima hanno interrogato ministro ed assessore alla Salute e poi hanno messo nero su bianco tutta la storia a partire dal 2002, quando l'Ismep, allora centro per l'eccellenza materno infantile (Cemi) cominciò la sua infelice avventura. La vicenda, dettagliatissima, ora è sulle scrivanie della magistratura ordinaria e di quella contabile per chiedere puntuali indagini e, se è possibile, ravvisare “profili di illiceità penale” ed eventuali danni erariali.

La storia dell'Ismep è un groviglio di attese, progetti e perizie di varante che dal 2002 ad oggi ha prodotto solo una montagna di costi.

“Ci sono – afferma Giulia di Vita - troppe zone d'ombra nella vicenda e che vanno chiarite all'intera collettività siciliana. Anche e sopratutto per il fatto che la mancata realizzazione dell'opera continua a lasciare un vuoto sanitario che costringe le famiglie siciliane a costosi e disumani viaggi della speranza in cerca di cure lontano dalla Sicilia. Nel solo 2014 - secondo l'ultimo rapporto sulle schede di dimissioni ospedaliere - la Sicilia ha perso per le cure dei malati siciliani, non solo bambini, oltre 175 milioni di euro”.

“Tra appalti originari intermedi, finali, perizie di variante e affidamenti di servizi e prestazioni ad altri ospedali – dice Giorgio Ciaccio – sono andati via oltre i 200 milioni di euro totalmente infruttuosi. Ci insospettisce, e non poco, soprattutto il lievitare dei costi per presunti errori di sottostima, a partire dall'aggiudicazione della gara, avvenuta con il notevole ribasso del 35 per cento. Vorremmo capire - continua Ciaccio - se in questi 14 anni qualcuno si è riempito le tasche con i soldi dei siciliani onesti giocando con le vite dei nostri bambini. Se è così, chiediamo alla magistratura di conoscerne i nomi”.

La vicenda vede il susseguirsi di fondazioni aperte con fondi pubblici e privati e poi chiuse, senza che ci sia la minima traccia di quanto effettivamente prodotto, quadri economici non chiari e perizie di variante che avrebbero imposto la 'traslazione' della struttura perché 'incrociava' la sottostante conduttura dell'acqua, “circostanza – si legge nell'esposto – che appare sospetta, visto che prima di redigere il progetto viene fatto uno studio sulle condotte di acqua, telefono ed elettriche” e visto che l'autorizzazione della traslazione progettuale degli edifici era stata data dal comune di Palermo ben 4 anni prima della delibera che l'approvava.

"Chiediamo l'eccellenza per i nostri bambini - dichiara Giulia Di Vita - e al momento questa la possiamo leggere solo nel nome di un progetto che pare fare acqua da tutte le parti".

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