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"Li truvaturi", i tesori dei siciliani tra storia e leggenda

PALERMO. Forse non tutti sanno cosa sono "li truvaturi".

La storia racconta che, quando arrivarono i musulmani nell'Isola, i siciliani preferirono correre ai ripari nascondendo tutti i loro tesori. Li sotterrarono in posti sicuri, specialmente alle pendici dell’Etna.

Questi tesori furono definiti “truvaturi”, e si dice che furono custoditi da "pircanti".

Altro non erano che spiriti capaci di qualsiasi tipo di magia per impedire il ritrovamento di questi tesori.

Si pensava che trovando almeno uno di questi "truvaturi" si potesse diventare ricchi.

Storia o leggenda, non si sa, si narra che un giorno tutti questi tesori furono scoperti per caso da un pastore che aveva portato il suo gregge a pascolare nella zona dell'Etna.

Tutto accadde quando il pastore si ritrovò davanti ad una grotta, coperta da una grossa pietra dotata di un anello per poterla spostare. Riuscito ad entrare dentro la grotta, il pastore scoprì ben 24 mucchi di monete d’oro.

Il pastore approfittò di questa fortuna inaspettata e di fretta portò via una parte di questi tesori.

Si ripromise di tornare presto a prendere il resto, ma fu allora che fu richiamato da una voce femminile che lo ammonì: “Villano, come osi portarti via i denari!

Il pastore ne rimase terrorizzato e nella fretta di richiudere la grotta, pose la pietra al contrario ossia con l'anello posto all'interno. Fu così che di questa grotta si perse ogni riferimento: nessuno infatti da allora riuscì mai a trovare questa grotta.

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