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La Fiom: il nuovo bacino di Palermo è stato dimenticato

PALERMO. Che fine hanno fatto i fondi per realizzare il nuovo bacino da 80 mila tonnellate del Cantiere Navale di Palermo, che scadevano il 31 dicembre? Continuiamo a chiederlo ma dalla Regione la risposta non arriva. Mentre in Sicilia la politica tace, a Castellammare di Stabia la Regione Campania ha appena chiesto a Fincantieri lo stop alla cassa integrazione per 150 operai. E l'impegno a bloccare la Cig, prevista a partire dall'11 gennaio, è stato sottoscritto dai vertici del Pd napoletano e nazionale".

A denunciare il disinteresse della Regione e della politica siciliana per la sorte dei Cantieri Navali di Palermo, è il responsabile della Fiom dello stabilimento Francesco Foti. "Da noi sono venuti in tanti a fare passerella, dal ministro Del Rio al sottosegretario Faraone, che avevano preso l'impegno per un intervento celere per il bacino da 150 mila tonnellate. Promessa che non ha avuto seguito. E alle richieste di incontro spedite da Cgil, Cisl e Uil, anche al presidente della Regione e a tutti i parlamentari, non ha risposto nessuno".

E aggiunge Francesco Foti: "Qui si sta consegnando lo stabilimento alla chiusura. A Napoli sta accadendo il contrario: si è formato un cordone per evitare la cassa integrazione e difendere lo stabilimento, un pezzo importante della storia produttiva del Mezzogiorno, con un piano di investimenti e nuovi carichi di lavoro".

Intanto, dal luglio 2013, da quando è stato lanciato, il progetto per il bacino da 80 mila tonnellate è fermo. E Fincantieri ha avviato la cassa integrazione a Palermo per 115 operai. Di recente sono stati affidati in Romania dei lavori che avrebbe potuto effettuare lo stabilimento di Palermo, che in questi ultimi anni ha ricevuto solo tronconi di nave da assemblare.

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