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Reset 2, Agueci: racket a "staffetta", i boss cambiano ma le vittime sono le stesse - Video

PALERMO. Usa un’immagine, quella della staffetta, il procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci per spiegare l'avvicendamento dei boss nella gestione del pizzo negli anni. «Le vittime restano le stesse, cambiano i riferimenti mafiosi», ha detto il magistrato durante la conferenza stampa che ha illustrato i particolari del blitz dei Carabinieri che hanno arrestato 22 tra boss ed estorsori di Bagheria.

«Quando qualcuno alza la testa - ha aggiunto riferendosi alla massiccia ribellione al racket delle vittime - anche gli altri vengono stimolati a superare le remore».  Alla conferenza stampa hanno partecipato il comandante provinciale dell'Arma, Giuseppe De Riggi, e il comandante del reparto operativo, Salvatore Altavilla, che ha parlato del caso di un imprenditore edile costretto a pagare per oltre venti anni e ridotto a vendere la casa e a chiudere l'attività per le pressioni del racket.

«Sono assolutamente d'accordo con l'autorevole editorialista che mette in guardia dal protagonismo di alcuni magistrati e dalla partecipazione alle conferenze stampa in cui emergono nomi improbabili per dare risalto alle indagini, ma in questo caso ritengo giusto sottolineare il risultato di un'indagine che evidenzia il totale controllo del territorio di Cosa Nostra e a Bagheria, ex feudo del boss Provenzano e la reazione di decine di vittime del racket che hanno deciso di collaborare con lo Stato». Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, illustrando l'operazione dei Carabinieri che ha portato a 22 provvedimenti cautelari - uno dei destinatari è ancora latitante - e ha ricostruito la mappa di estorsioni ventennali nel mandamento mafioso di Bagheria. Lo Voi ha anche sottolineato come «la mafia, capace di modificarsi a seconda delle necessità, continui a soggiogare l'economia».

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