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L'abbattimento dei cinghiali nel Parco delle Madonie, slitta alla fine del mese

Si avvicina l’operazione decisa dopo la morte di un pensionato. L’obiettivo è partire prima dell’inverno, il maltempo potrebbe frenare gli interventi

PALERMO. Sarà operativo non prima di fine novembre il piano di abbattimento dei cinghiali messo a punto dal Parco delle Madonie. «Un leggero ritardo – spiega il presidente dell’ente, Angelo Pizzuto, intervenuto ieri mattina alla trasmissione radiotelevisiva Ditelo a Rgs - legato alle necessarie autorizzazioni e prassi burocratiche che abbiamo dovuto attendere poiché opereremo in un’area protetta. Acquisito il parere favorevole dell’Ispra e l’ok dell’assessorato regionale all’Agricoltura, siamo adesso nella fase esecutiva».
Slitterà quindi di almeno un mese l’avvio delle procedure di abbattimento dei suidi selvatici nel territorio madonita, predisposte con urgenza lo scorso agosto, con tanto di legge approvata dall’Ars, dopo il tragico caso di Salvatore Rinaudo, il pensionato morto dopo essere stato aggredito da un cinghiale nei monti sopra Cefalù. Fine ottobre la data prevista inizialmente.
«Attendevamo il parere dell’Istituto per la protezione ambientale – chiarisce Pizzuto - che è arrivato in settimana e a cui è seguito con celerità il decreto regionale che di fatto ci ha autorizzato a procedere con la messa in pratica del piano». Così, due giorni fa è stato pubblicato un bando, che informa le associazioni autorizzate e i soggetti che si occuperanno concretamente di abbattere gli esemplari e cioè corpo forestale, guardiaparco, guardie venatorie provinciali, vigili urbani muniti di patentino venatorio e i proprietari dei latifondi privati.

«Seguiranno poi una riunione tecnica e la necessaria attività formativa delle squadre operative, che saranno in tutto una ventina. Nel frattempo – aggiunge Pizzuto - stiamo predisponendo i protocolli sanitari con Asp e Istituto zooprofilattico, per il controllo delle carni dei capi abbattuti destinati alla macellazione».

 

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