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La svolta che non c'è

Incapacità, inefficienza, degrado sono la normalità da decenni

Il caso di madre e figli arrestati al culmine di una rissa iniziata con il rovesciamento di alcuni cassonetti pieni di rifiuti riporta platealmente in prima linea il caso di un'emergenza che nella Palermo delle emergenze non ha mai smesso di essere tale. Perché cambiano i sindaci (poco, per la verità, solo due negli ultimi 22 anni), le sigle (Amnu, Amia, Rap), gli addetti, le strategie, ma l'immondizia rimane lì. Come un blob dilagante che nessuno è mai riuscito ad arrestare.

Ecco perché, pur deprecando la violenza che mai dà ragione a chi la pratica, comprendiamo - questo sì - il livello di esasperazione a cui molti palermitani possono arrivare. È di qualche giorno fa la notizia del blocco stradale dei residenti di via Cuba, dove 24 ore dopo il racconto su queste colonne, la Rap ha inviato una ruspa per spazzare via la montagna d'immondizia.

Una montagna d'immondizia all'Albergheria si forma quotidianamente nel disinteresse di chi la foraggia, di chi dovrebbe vigilare e di chi dovrebbe rimuoverla. Solo due casi fra decine e decine. E poi ci sono le assemblee-sciopero e poi ci sono i mezzi che si guastano e poi ci sono le discariche che non bastano, e poi e poi e poi... l'emergenza si fa ordinaria, quotidiana, routine.

Incapacità, inefficienza, degrado sono la normalità da decenni. Ci si racconta periodicamente di mezzi nuovi di zecca in arrivo, di nuove politiche di raccolta, di differenziata pronta ad estendersi, di controlli ferrei sulla produttività del personale addetto. Ne sentiamo di ogni.

Poi mettiamo il naso fuori di casa e puntualmente ci ritroviamo l'olfatto e la vista ammorbati da questi immondezzai che non risparmiano centro e periferie, anche a pochi metri dai monumenti celebrati dall'Unesco o dalle tanto decantate isole pedonali-salotto. La polvere sotto il tappeto si accumula sempre, inesorabilmente. E poi straripa.

Non basta la politica dei mezzi senza una efficace politica degli uomini. Il sindaco ieri in un' intervista diceva che l'ingranaggio si sta oliando e mettendo in movimento. Sarà. Noi la svolta la attendiamo da decenni e non la vediamo ancora. È vero, come dice Orlando, che la città è piena di turisti: ma, caro sindaco, sarebbe pronto a scommettere che anche solo uno di essi lascia Palermo senza prima aver scattato una foto all'immancabile immondezzaio-souvenir?

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