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Palermo, truffa con le carte di credito clonate: 24 ordinanze, c'è l'ombra della mafia

In considerazione della vicinanza di alcuni dei fermati a note famiglie mafiose palermitane, gli investigatori non escludono che il meccanismo delle truffe rappresenti un inedito e finora inesplorato canale di approvvigionamento della mafia

Clonavano le carte di credito e cercavano di riciclare le somme prelevate da ignari cittadini statunitensi inconsapevoli. Tre milioni di euro il volume delle somme scoperto dall’operazione della polizia che dall’alba a Palermo sta eseguendo 24 provvedimento di fermo a soggetti che, a vario titolo, dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di ricettazione, riciclaggio ed all'indebito utilizzo di codici di carte di credito clonate.

La banda di esperti informatici era composta da 24 persone fermate nella notte dagli agenti della squadra mobile diretta da Rodoldo Ruperti. Al vertice ci sarebbero stati Bernardo Sanfilippo, 27 anni, Cristian Giuseppe D'Orso, 32 anni, e Giovanni Filpo, anche lui 32 anni. Gli esperti informatici avrebbero rubato i codici da hacker russi e prelevava soldi utilizzando delle agenzie di autonoleggio fantasma. C'erano le società, la transazione dei soldi, ma di auto neppure l'ombra.

L’operazione, denominata  Free Money,  è partita a seguito di una denuncia presentata alla squadra mobile di Palermo da parte del direttore di un istituto di credito di Palermo che ha denunciato un tentativo di frode con carte di credito clonate, avvenuto mediante l’utilizzo fraudolento di un Pos appartenente ad una ditta di autonoleggio con sede in città. Le articolate indagini condotte dalla squadra mobile, Sezione reati contro il patrimonio, si sono avvalse dell’importante contributo dei poliziotti del compartimento della polizia postale. L’attività coordinata dal capo della mobile Rodolfo Ruperti si è avvalsa di intercettazione telefonica, ambientale e telematica, riscontrata, tra l’altro, da servizi tradizionali di pedinamento, osservazione sul territorio ed accertamenti bancari.

L’attività della polizia ha scoperto una vasta organizzazione criminale con base a Palermo, ma con ramificazioni anche in ambito nazionale (oltre che in Sicilia anche nel Lazio) e con profili internazionali (Russia, Ucraina e Romania), finalizzata al conseguimento di ingenti somme di denaro mediante l’uso fraudolento di codici di carte di credito clonate.

In considerazione della contiguità di alcuni dei fermati a note famiglie mafiose palermitane, non è da escludere che il meccanismo delle truffe rappresenti un inedito e finora inesplorato canale di approvvigionamento della mafia.

Il meccanismo delle truffe sfruttava una serie di passaggi complicati e dimostra la conoscenza da parte dei malviventi di sofisticati tecnicismi, anche informatici, tanche che per scoprirli la polizia di Stato ha lavorato intensamente per molti mesi. Le indagini hanno accertato come le vittime, inconsapevoli, della sofisticata truffa fossero, nella maggior parte dei casi, possessori statunitensi di carte di credito, clonate da hacker russi, per svariate migliaia di dollari.

La portata del fenomeno, già da tempo, aveva assunto dimensioni considerevoli, tanto da destare la preoccupazione delle autorità statunitensi e l’interesse dei media d’oltreoceano.

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