Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Fra arte e territorio, a Palermo il progetto di 30 giovani artisti - Foto

PALERMO. Trenta giovani artisti, sono giunti in Sicilia e hanno creato le loro opere – video, installazioni, tele, fotografie – a stretto contatto con le comunità dei comuni coinvolti: tutto questo è stato il progetto di residenze creative di I ART che si è concluso prima dell’estate. Dialoghi è il racconto narrativo e audiovisivo di questa esperienza di unica nel suo genere: le residenze sono state curate da Marina Sajeva e Cristina Alga per CLAC, nate all’interno del contenitore I ART - il progetto ideato e diretto da I WORLD, finanziato con fondi europei e con capofila il Comune di Catania.

Oggi DIALOGHI tra arte e territorio è una mostra di fotografie e video che racconta il rapporto tra artisti e territorio, il loro sguardo eccentrico sulle comunità locali; la documentazione nelle foto di Pietro Milici e nel video di Gabriele Gismondi (Mon Amour film.

L’inaugurazione è fissata per venerdì 11 settembre dalle 17,30 alle 20 all’ex Fonderia della Cala (vicolo Fonderia) a Palermo, dove la mostra resterà fino al 19 settembre (dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, ingresso libero).

Alle 19 del giorno dell’inaugurazione, reading di Alberto Nicolino su “Leggere il territorio”, musiche di Dario Compagna.

Dal testo di Marina Sajeva: Partecipare a una residenza è un’esperienza che ogni artista dovrebbe fare. Amplia il proprio network lavorativo, offre l’opportunità di conoscere contesti culturali nuovi e dinamici. Spesso, infatti, le residenze sono promosse da importanti centri del Sistema dell’arte con la “S” maiuscola. Partecipare al programma di residenze d’artista del progetto I ART, invece, è stata una sfida. Agli artisti – selezionati tramite bando -  è stato chiesto di produrre un’opera che rileggesse in chiave contemporanea i beni immateriali della Sicilia. Poi l’arrivo in piccoli centri dell’isola in cui, nella maggior parte dei casi, il tempo sembra essersi fermato e si vive lontani dalle abitudini proprie dell’uomo di oggi, come una semplice connessione wi fi gratuita nei luoghi pubblici, o mezzi di trasporto veloci. Questa la prima sfida che ognuno dei trenta artisti, chi più chi meno, ha dovuto affrontare accettando le destinazioni finali: Pollina, Ferla, Galati Mamertino, Vizzini, Gangi. Pochi esempi questi, per dare l’idea della dimensione raccolta, periferica, premoderna in certi casi, di alcune sedi. Un altro problema da affrontare è stata la distanza generazionale e geografica tra artisti e territorio: mondi agli antipodi si sono scontrati in un cortocircuito linguistico, sociologico e culturale. Ma, dopo lo shock iniziale, lo scontro è diventato incontro, e le differenze, punti di forza, chiavi per provare ad entrare dentro l’anima del luogo che li stava ospitando. Accolti come membri delle comunità, gli artisti hanno creato opere pensate o realizzate con e per la gente di quel determinato gruppo o paese. Sono stati tutti, in modi diversi, progetti partecipati: hanno cucito e dipinto insieme; si sono confrontanti sui temi da sviluppare davanti a un caffè fatto in casa, o hanno progettato insieme gli allestimenti da usare. Inoltre, è da evidenziare come la coincidenza temporale delle residenze con il periodo pasquale, sia stata un’occasione unica di entrare davvero dentro l’immaginario collettivo religioso, molto sentito nell’Isola. Molti artisti, infatti, ne hanno tratto ispirazione sia visiva che sonora. Infine, e dal video si comprende con immediatezza, un soggetto a cui molti hanno dedicato il loro tributo è stata la natura: i paesaggi siciliani colti nella loro sublime bellezza primaverile. La sfida è stata vinta da tutti, soprattutto dalla Sicilia, che oggi è più ricca di opere d’arte straordinarie, fatte della sua stessa anima.

Caricamento commenti

Commenta la notizia