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«Troppi incarichi a esterni», bufera sulla Sispi

Il Comune di Palermo versa 12 milioni all'anno per la società che si occupa dell'informatizzazione. Dal 2010 sono stati sottoscritti nove contratti con alcuni esperti

PALERMO. Conta appena 114 lavoratori, ma costa alle casse del Comune ben 12 milioni l'anno, di cui circa 10 servono per pagare il personale. Solo i quattro dirigenti guadagnano 90 mila euro lordi l' anno. Benvenuti tra coloro che sopravvivono alla spending review. Che conservano stipendi d' oro malgrado la crisi. Ecco la fotografia della Sispi, la partecipata comunale che si occupa dell'informatizzazione dei siti web del Comune e delle altre società, scattata dal capogruppo di Forza Italia, Giulio Tantillo.

Ma non finisce qui, perchè la Si spi, nonostante nel 2009 il Consiglio comunale avesse vietato alle partecipate, «salvo casi di urgenza», di dare incarichi esterni, dal 2010 a oggi ha firmato ben 9 contratti a esperti e avvocati, spendendo in cinque anni ben 145 mila euro. Oltre 34 mila euro solo nel 2014 per sei consulenti.
Ad accendere i riflettori sulla Sispi è stata un'interrogazione di Tantillo, con cui chiedeva alla partecipata di avere «l' elenco degli incarichi e delle gare svolte l' anno scorso». Quali le risposte? «I dati - risponde la società sono contenuti nella sezione amministrazione trasparente del sito della società». Una risposta considerata da Tantillo «non esaustiva, in quanto i consiglieri hanno diritto di conoscere i provvedimenti delle municipalizzate».
In testa alla classifica dei compensi c'è Fabrizio Loiacono che - come si legge nel dossier che la Sispi ha inviato al Comune- nel 2013 per un incarico di consulenza amministrativa e fiscale, ha guadagnato 20.550 euro. C' è poi Federico Ferina, avvocato, non nuovo negli elenchi della Sispi, che nel 2014 ha percepito 6 mila euro. Negli ultimi cinque anni, Ferina è stato chiamato varie volte: solo due anni fa ha percepito 25 mila euro per occupparsi di un ricorso al Tar. Seguono poi Francesco Di Maggio, che per un ricorso contro l'Inps ha avuto 3.287 mila euro, Vincenzo Tummarello, architetto, che l'anno scorso per supportare l'area applicativa ha avuto 2.750 euro. Occupano gli ultimi posti dell'elenco, Valeria Enia, medico, con un compenso di 1.500 euro e Dario Ferraguto con 300 euro.
Il presidente della Sispi, Francesco Randazzo rimanda al mittente le accuse: «Nell'organico non ci sono avvocati e abbiamo dovuto far ricorso all'esterno per trovare i legali necessari a risolvere i contenziosi dell'azienda». Snocciola gli ultimi dati dei bilanci, Randazzo, sottolineando che la «società ha i bilanci in attivo. Nei primi sei mesi di quest'anno abbiamo chiuso con un utile di 200 mila euro, afronte dei 100 mila previsti».

Nata nel 1988, la Sispi avrebbe dovuto fornire anche alla Reset il sistema informatico. «Peccato, però spiega la vicepresidente del consiglio comunale, Nadia Spallitta - che non l'ha fatto e che l'ex Gesip si è dovuta rivolgere all'esterno, spendendo ben 400 mila euro». Non solo. «Anche il Suap, lo sportello unico delle attività produttive, funziona a metà, perchè la Sispi non ha completato l'informatizzazione: gli utenti possono inviare le domande, ma non ricevere le risposte delle pratiche», dice Tantillo. Che per questo rivolge un appello al sindaco: «Vista la carenza di dirigenti al Comune, si dovrebbe liquidare la Sispi e trasferire tutto il personale a Palazzo delle Aquile. Insieme al vicepresidente Spallitta, ho presentato una mozione, chiedendo di azzerare la partecipata. Vedremo chi non la voterà. Si risparmierebbero un bel po' di soldi».

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