PALERMO. Quanto (e se) brutto, davvero non si sa ancora. Ma una cosa è certa: il consiglio comunale ha ritirato, rimandandolo nelle anse degli uffici dell'Urbanistica, il Piano particolareggiato che avrebbe rivoluzionato la zona. Cioè, la variante di fatto che prevedeva il cambio di destinazione per aprire la strada a un nuovo agglomerato industriale, con fabbriche e centri commerciali.
Su terreni (molti dei quali da espropriare o già acquistati da potenziali investitori) che fanno gola a chi nella costruzione di megastore in quella fetta tra l'ospedale Cervello e la circonvallazione aveva creduto. Ma andiamo con ordine. Si tratta della fine di una lunga miccia, accesa in concomitanza con il varo, nel 2013, di quello che tecnicamente fu definito «Ppe»: Piano particolareggiato esecutivo, cioè strumento urbanistico autonomo per un' area cittadina e che invece, e in modo... tripartisan, in molti considerano «una semplice variante al Prg del 1997».
A sua volta ritenuto dagli stessi consiglieri - capofila la vicepresidente Nadia Spallitta - «obsoleto, superato. Si vari finalmente il nuovo Prg». La stessa Spallitta, a più riprese, aveva presentato interrogazioni alle quali mai era stata data risposta, se non quella, ed è storia di queste ore, che i vigili urbani hanno avviato accertamenti per censire effettivamente lo stato dei luoghi e le tante abitazioni residenziali. «Tutte, nessuna esclusa -chiede la Spallitta - quelle abusive come le sanate e le sanabili.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia