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Paura sulle Madonie per i cinghiali: inchiesta dopo l'uomo ucciso

La giunta oggi adotterà le prime misure per mettere al sicuro i parchi. Crocetta: «Ma gli enti hanno autonomia di gestione»

PALERMO. La Procura di Termini Imerese, che ha aperto un fasciolo per omicidio colposo a carico di ignoti, ha già acquisito della documentazione per verificare eventuali responsabilità penali in relazione alla morte di Salvatore Rinaudo, il pensionato di 76 anni che sabato mattina è stato caricato e morso da un cinghiale in contrada Mollo-Rapputi, a Cefalù, in provincia di Palermo, in maniera così violenta da ucciderlo.

Dell’aggressione da parte dell’animale è rimasta vittima anche la moglie, Rosa, di 73 anni, che ha riportato ferite giudicate guaribili in quindici giorni ed è già tornata a casa. Qualcuno doveva vigilare e non l’ha fatto? Di chi è eventualmente la colpa — questo dovranno accertare i carabinieri, coordinati dal procuratore capo Alfredo Morvillo e dal sostituto Giacomo Brandini - se uno di quei cinghiali, che tanti danni ed incidenti hanno causato negli anni nel Parco delle Madonie e nel territorio limitrofo, ha finito per ammazzare un uomo? È stato già chiarito che l’abitazione della coppia, pur vicina al perimetro del Parco, non si trova al suo interno.

Capire però da dove sia arrivato l’animale è un’impresa in ogni caso impossibile perché i cinghiali non sono dotati di microchip. Avere un quadro nitido sulle eventuali responsabilità non sarà un compito facile per gli inquirenti che al momento hanno davanti una sorta di ginepraio: diversi gli enti che dovrebbero vigilare ed intervenire, talmente tanti che - sembra - alla fine nessuno di essi sia riuscito a fare nulla di concreto.

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