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Performance, teatro, musica e danza: 140 artisti riuniti a Palermo - Video

PALERMO. Un itinerario che trasformerà radicalmente i Cantieri della Zisa di Palermo: 140 artisti impegnati a “riscrivere” gli spazi tramite performance, teatro, musica, danza, videomapping, proiezioni. Da giovedì (30 luglio) a sabato (1 agosto) i Cantieri ospiteranno “Paesaggi contemporanei” di Pino Di Buduo dello storico Teatro Potlach in collaborazione con artisti e associazioni locali. Il progetto – nato in seno al festival I ART, finanziato con fondi europei, ideato e diretto dall’associazione I WORLD, con capofila il Comune di Catania e partner il Comune di Palermo – promette un’immersione totale nel mondo dei beni immateriali. “Il “patrimonio culturale vivente” sarà la chiave per leggere le performance che prenderanno vita in tutto lo spazio dei capannoni voluti dai Ducrot”, spiega Pino Di Buduo che ritorna a Palermo dopo l’ultima performance di dieci anni fa alla Vucciria. Ogni superficie, parete, angolo, viale dei Cantieri, sarà investito da videoproiezioni, videomapping; i capannoni ospiteranno gli artisti – ballerini, musicisti, performer – che ognuno a suo modo e con la sua tecnica, racconterà ora il ciclo del grano, ora i beni della terra e del mare, ora i pupi siciliani, il vino, i dolci o i sapori del territorio. Un itinerario di circa 700 metri che trasformerà gli spazi in grandi palcoscenici, in cui si potrà assistere, in contemporanea, a oltre trenta rappresentazioni del cast del Teatro Potlach, e alle performance di artisti e associazioni locali. Coinvolti 18 allievi dell’Accademia di Belle Arti, che sono intervenuti sui capannoni, i musicisti del Conservatorio e molti giovani ballerini legati alle scuole di danza della città.

“L’obiettivo principale di Paesaggi Contemporanei, in linea con l’intero progetto I ART, è quello di riscoprire, enfatizzare e valorizzare, attraverso l’arte, gli spazi urbani e l’immenso patrimonio immateriale della Sicilia, donando così agli spettatori itineranti, una nuova e rinnovata emozione all’idea statica di tradizione”, spiega l’ideatore di I ART, Lucio Tambuzzo..

Uno spettacolo coinvolgente, totale, itinerante, multidisciplinare e multimediale in cui lo spettatore ha un ruolo fondamentale: insieme agli artisti, si trasforma in un viaggiatore-esploratore dei paesaggi contemporanei della propria memoria e della propria città. Punto di partenza, gli scatti del fotografo Melo Minnella che da anni documenta le tradizioni siciliane più autentiche. Da quel bagaglio visivo è partito il progetto del Teatro Potlach: il metodo è sempre quello di “far parlare” lo spazio raccogliendone le suggestioni, come il Potlach fa da oltre 40 anni, da quando fu fondato nel 1976 da Pino Di Buduo e Daniela Regnoli. Il nome deriva dagli studi antropologici dei fondatori, e significa, nel linguaggio degli indigeni dell'America nord­occidentale, “rito del dono gratuito”. Teatro Potlach è nato come una costola dell’Odin Teatret a cui si ispira come metodologia di lavoro, vita e spirito di gruppo. Ma, a differenza di altre esperienze analoghe, il Potlach utilizza molti più strumenti ed effetti “barocchi”. Torce, luci colorate, giocoleria, videomapping, per non parlare di uno dei loro "marchi", ossia tessuti bianchi utilizzati per vari scopi, maschere esotiche e costumi.

Il progetto fa parte del festival I ART, ideato e diretto dall’associazione I WORLD, con capofila il Comune di Catania e partner il Comune di Palermo e cento altri comuni siciliani. E’ finanziato dall’UE con la linea di Intervento 3.1.3.3. PO FESR 2007/2013. Dopo Palermo, i "Paesaggi contemporanei" toccheranno Sambuca (8-9-10 agosto), dove saranno ambientati nelle antiche purrere, le cave di pietra dell’antica Zabut, fatta di camminamenti e antri svuotati nei secoli, all’interno della fitta trama di stradine del quartiere arabo; e chiuderanno a Catania (28-29-30 agosto), nei cortili dell’antico palazzo Biscari.

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