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I turisti incontrano il figlio di Provenzano: ma Corleone non ci sta

Il Consiglio comunale approva all’unanimità una mozione per chiedere i danni. In un parere un legale esprime perplessità

CORLEONE. Il Consiglio comunale di Corleone contro gli incontri dei turisti con il figlio del boss Bernardo Provenzano. Nell’ultima seduta, giovedì sera, è stata infatti approvata all’unanimità una mozione presentata dal Pd per invitare l’amministrazione comunale a verificare «se ci fossero le condizioni per chiedere un risarcimento al tour operator Oat di Boston per i danni morali e materiali provocati alla città di Corleone». Un voto che è arrivato nonostante il parere di un avvvocato, Stefano Siragusa, che afferma che al momento non ci sono «elementi sufficienti ad intraprendere alcuna azione legale». Era stato il sindaco Lea Savona a rivolgersi al professionista palermitano.

Dal mese di settembre dell’anno scorso numerosi turisti statunitensi, nel programma di visite in Sicilia, hanno anche un incontro col figlio maggiore dello storico boss di Corleone, Bernardo Provenzano. A professionisti ed intellettuali americani Angelo Provenzano racconta - in inglese e dopo una breve introduzione della storia della mafia fatta da uno degli organizzatori - la sua storia ed il suo rapporto col padre, detenuto dal 2006 al 41 bis, dopo una latitanza pluridecennale. E risponde anche alle curiosità degli stranieri che cercano soprattutto di capire le conseguenze ed il peso di essere il figlio (incensurato) di un boss condannato, tra l’altro, per strage, omicidio ed estorsione.

 

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