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Lidia Schillaci, la palermitana più "cantata" su Twitter - Video

Nell'arco di un paio di mesi, su Periscope, la nuova app di Twitter, ha superato i 300.000 seguaci, e dai video realizzati con il proprio cellulare è passata alla tv e agli «scherzi» con il conterraneo Fiorello

PALERMO. Lidia Schillaci è nata a Palermo, ha vissuto per tantissimi anni a Castellammare del Golfo, per poi trasferirsi a Milano, dove adesso abita in pianta stabile: ma non è da qui che ha deciso di conquistare la sua più larga fetta di fan. Anzi, di followers, di seguaci. Lo ha fatto tramite Periscope, l'applicazione per iOS che consente di inviare filmati in diretta, tramite il proprio iPhone, a chiunque in quel momento sia connesso all'app di video streaming. La Schillaci - classe 1984, fiere origini siciliane, corista per alcuni degli artisti italiani più noti (Ramazzotti, Pezzali, Elisa) e cantautrice - è una delle italiane più seguite su Periscope. Nell'arco di un paio di mesi, ha superato i 300.000 seguaci, e dai video realizzati con il proprio cellulare è passata alla tv: Nicola Savino l'ha notata, definita «una nuova stella della musica italiana» e l'ha invitata a Quelli che il calcio per presentare la nuova app, facendola esibire sulle note di Titanium, il brano di David Guetta e Sia, mandando la diretta sui canali televisivi tradizionali. E su Periscope.

Com'è iniziato tutto?
«C'è una mia amica che lavora per Twitter (il social network a cui Periscope si appoggia, ndr.), che mi ha passato la app in anteprima. Era una versione di prova, che ho subito iniziato a usare, in anticipo rispetto al lancio ufficiale, a marzo. Con lo smartphone, filmavo me durante l'interpretazione di un mio brano, a cappella, accompagnata dal piano o da una chitarra. Ho cantato un paio di pezzi di Jeff Buckley, dei Coldplay, di Pino Daniele e Patty Pravo: poi ho controllato il numero dei followers, ed erano più di centomila. In due settimane».

Che non sono poi seguaci comuni.
«No, tra quei 300mila adesso c'è Kayvon Beykpour (uno dei fondatori di Periscope, ndr.), l'attrice americana Tyra Banks e (ride) Rosario Fiorello».

Perché ride?
«Perché con Fiorello è nato immediatamente questo modo di scherzare, su Periscope. Io ero connessa, lui pure, ci siamo sentiti e lui mi ha dato la sua ricetta della pasta con le sarde, in diretta. Davanti a tutti quelli che in quel momento ci stavano seguendo. Ci sono stati vari scambi, poi, perché lui seguiva già il mio hashtag #LidiaLive, ma questo siparietto sulla pasta con le sarde è stato memorabile. Noi siciliani siamo molto orgogliosi di esserlo, quando ci ritroviamo fuori dalla nostra terra».

E così è nato #LidiaLive.
«È una sorta di format a cui ho pensato postando i primi video. Quello che faccio io è una cosa molto semplice, prendo le mie canzoni - le canzoni che ho scritto o quelle con cui sono cresciuta - e le reinterpreto del tutto, facendole passare attraverso quello che sento in quell'istante. Ecco perché Periscope mi fornisce quella spinta in più. Alla gente è sempre piaciuto questo tipo di comunicazione, diretta, senza orpelli».

È sempre sola, quando si filma su Periscope?
«Per #LidiaLive - quindi sino ad oggi - , sì. Oggi (ieri sera, ndr.) mi filmerò per la prima volta con un pubblico, e questo video streaming andrà in onda sotto l'hashtag #LidiaLiveAudience. Etichetterò così tutti i concerti fatti davanti a un pubblico, trasmessi da casa di amici, o in posti un po' strani: potrò interagire con chi mi scrive e si accorge che sono lì, e coinvolgerlo a vedere il live».

Con un occhio su ciò che sta accadendo dinanzi ai loro occhi e uno sull'app?
«In realtà, questi due mondi dovrebbero essere messi in comunicazione. C'è il mondo interattivo, che scorre in streaming, e poi c'è il mondo che stai toccando. È vero, a volte diamo troppa importanza a quello che appare sugli schermi della realtà virtuale, ma non dovremmo mai scordare che dietro gli account Periscope c'è comunque un mondo fatto di persone vere. Sono loro che mandano i cuoricini ai miei video, loro che mi seguono. E allora - ecco - è soltanto un altro modo per connetterci».

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