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Le praterie di Posidonia: su Nature una ricerca tutta palermitana

PALERMO. Una ricerca dell'università di Palermo è stata pubblicata sulla rivista internazionale
«Scientific Reports» del Nature. È una ricerca sulla fanerogama marina Posidonia oceanica, svolta in collaborazione tra Fabio Badalamenti ed Adriana Alagna, ricercatori del Cnr-Iamc, Istituto per l'ambiente marino costiero di Castellammare del Golfo, e Silvio Fici, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie e forestali dell'università di Palermo.

Le praterie di Posidonia oceanica rappresentano uno degli ecosistemi più importanti del Mediterraneo. Questa specie è stata descritta come tipica di substrati mobili, dove costituisce una «climax community» il cui sviluppo è facilitato da precursori, tra cui le praterie formate da un'altra fanerogama marina, Cymodocea nodosa. La ricerca ha documentato per la prima volta la presenza di peli adesivi che rivestono le radici delle plantule di Posidonia oceanica. La presenza di questo strato adesivo permette alle plantule di ancorarsi saldamente al substrato roccioso, anche in assenza di copertura algale.

Simili peli adesivi sono noti in un limitato numero di piante acquatiche che vivono in ambienti caratterizzati da elevato idrodinamismo, quali la fanerogama marina Phyllospadix scouleri, diffusa lungo le coste nord-americane del Pacifico, ed alcune specie appartenenti alla famiglia delle Podostemaceae, distribuite in acque dolci tropicali. La presenza di questo carattere in plantule di Posidonia oceanica indica che la specie è capace di colonizzare substrati rocciosi anche in assenza di comunità che precedano e facilitino il suo insediamento.

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