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Migranti uccisi, arresti convalidati
Ma i 14 fermati negano le accuse

Il giudice, accogliendo la richiesta della procura, ha disposto per tutti la custodia cautelare in carcere

PALERMO. Il gip di Palermo Guglielmo Nicastro ha convalidato i fermi di tutti e 14 gli extracomunicati finiti in cella con l'accusa di avere aggredito e ucciso, in seguito a una lite scoppiata per motivi religiosi, una decina di migranti con cui, a bordo di un barcone, attraversavano il Canale di Sicilia, diretti verso le coste italiane.

Il giudice, accogliendo la richiesta della procura, ha disposto per tutti la custodia cautelare in carcere. L'indagine, condotta dalla polizia e coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Maurizio Scalia, ha preso il via dalla testimonianza dei superstiti che hanno riconosciuto nei 14 fermati i musulmani autori dell'aggressione e dell'omicidio del gruppo di cristiani che viaggiava sull'imbarcazione.

Questa mattina, davanti al gip, son stati sentiti 6 fermati, accusati di omicidio dai superstiti: uno si è avvalso della facoltà di non rispondere, 5 hanno negato di essere coinvolti nella morte dei compagni di viaggio i cui cadaveri, comunque, non sono stati trovati. Ieri erano stati interrogati gli altri 8 fermati: in tutto sono finite in manette 15 persone, ma di uno, minorenne, si occuperà al procura dei minori. Al termine dell'udienza il gip si è riservato di decidere: il provvedimento potrebbe essere depositato questo pomeriggio o, al più tardi, domani mattina, data in cui scadono le 48 ore entro le quali il giudice per legge deve decidere. L'inchiesta sulla strage è condotta dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia.

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