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In calo le adozioni al canile di Termini Imerese

PALERMO. Diminuiscono le adozioni al canile di Termini Imerese, nel Palermitano. Nel 2013, infatti, sono state 321, l’anno scorso invece soltanto 282, con una diminuzione del 12%. Inoltre, emerge che l’80% dei cani trova una casa al Nord Italia, mentre il restante 20% al Meridione. Insomma, sono sempre più rare le adozioni al Sud. «Ormai la maggiorparte delle adozioni avviene dalla Toscana in su - dice Laura Muriella, responsabile del canile di termitano - Una delle spiegazioni è legata al randagismo che risulta essere nettamente inferiore al Nord, dove i cani vengono sterilizzati».
Sino a due anni fa le adozioni erano più numerose, poi, anche a causa della crisi economica, le famiglie hanno preferito a rinunciare a prendere un amico a quattro zampe.

Al Sud, inoltre, sembra che si prediliga l’adozione dei cani cuccioli o di razza: «Un meticcio del canile, però, è in grado di dare lo stesso affetto di un cane di razza», sottolinea Muriella.

Sull’argomento adozioni i volontari da anni cercano di sensibilizzare la gente, scendendo in piazza o andando nelle scuole. «Vogliamo far capire - spiega Muriella - che i cani del canile non sono sporchi o malati, ma hanno una valanga d’amore da dare».

A Termini Imerese, al momento, si trovano 150 cani tutti sterilizzati: «Siamo più che favorevoli alla sterilizzazione - dice Muriella - Infatti, abbiamo fatto numerose campagne per farne comprendere l’importanza. Con la sterilizzazione, per esempio, è possibile proteggere il cane dai tumori mammari o dalle gravidanze isteriche, ma anche evitare che si propaghi ulteriormente il randagismo. C’è chi dice che la sterilizzazione sia contro natura ma, in realtà, è contro natura gettare i cuccioli nella spazzatura».
Il canile termitano è anche molto attivo sui social network. Su Facebook viene postata la singola storia di ogni cane per capire quanto abbia sofferto per colpa dell’uomo. «Spesso - afferma la responsabile - salviamo anche cani vittime di incidenti o avvelenati. Per esempio, abbiamo una cagnolina, Gaia, che è stata soccorsa da un’altra cagnetta dopo un tentativo di avvelenamento da parte di ignoti. Qualcuno aveva gettato delle polpette avvelenate all’interno del box del canile. Prima di tornare a casa, ho visto il box vuoto e mi sono insospettita. La cagnetta ha attirato la mia attenzione, prendendo Gaia per la collottola e salvandola».

Un altro tentativo di avvelenamento è avvenuto circa 3 anni fa. In quell’occasione sono state organizzate marce funebri e, in seguito, i volontari sono scesi in piazza mostrando le foto dei cani sofferenti: «Le immagini, forse, erano un po’ crude, ma volevamo far vedere a tutti che la bestiola non è solo un cane, ma un’anima che soffre e prova dolore. Crediamo che, spesso, l’uomo abbia paura di rapportarsi con il cane».

Da tempo, il canile di Termini Imerese si batte anche per sensibilizzare i padroni alla microchippatura. Le campagne hanno portato a risultati più che positivi, registrando, nel corso del 2014, un aumento di cani dotati di microchip pari al 50%: «Il microchip - spiega Muriella - è importante per due ragioni fondamentali: quando il cane si allontana da casa solo grazie al chip può essere restituito ai legittimi proprietari. Inoltre, qualcuno potrebbe rapire un cane e con il microchip si può dimostrare chi è il vero padrone».

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