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"Sentenza non ben motivata": a rischio il 41-bis per cinque condannati per mafia

La Suprema Corte ha annullato con rinvio la parte della decisione dei giudici che definiva Pietro Magrì, Gioacchino Favaloro, Girolamo Biondino, Giuseppe Fricano e Onofrio Terracchio padrini delle cosche palermitane

 PALERMO. Che siano capi di Cosa nostra è tutto da dimostrare. L'ordinanza del tribunale del riesame di Palermo che li ha ritenuti al vertice delle cosche non sarebbe ben motivata. Perciò la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la parte della decisione dei giudici che definiva Pietro Magrì, Gioacchino Favaloro, Girolamo Biondino, Giuseppe Fricano e Onofrio Terracchio padrini delle cosche palermitane.

Tutti sono stati arrestati a giugno scorso nell'ambito dell'indagine «Apocalisse», che ha portato in carcere 95 tra boss, estortori e gregari dei mandamenti di San Lorenzo, Resuttana e Acquasanta.

Una decisione che mette a rischio il provvedimento con cui ai cinque mafiosi è stato applicato il 41 bis e che ha tra i suoi requisiti proprio la qualità di capo di Cosa nostra.

Dopo la pronuncia della Suprema Corte, la questione torna al tribunale del riesame di Palermo che dovrà pronunciarsi sul punto.

"Siamo tranquilli", dicono i pm che hanno coordinato l'indagine e che attendono per i prossimi giorni la decisione dei giudici della Libertà.

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