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Zen, parla il fratello del diciassettenne:
chiediamo perdono per ciò che ha fatto

«Nelle ore successive a quella notte lo vedevamo piangere e tremare»

PALERMO. Nel clima blindato dalle forze dell’ordine dello Zen a Palermo c’è anche chi ha paura. Come la famiglia del diciassettenne del quartiere che avrebbe stroncato con un calcio in testa la vita di Aldo Naro, un ragazzo poco più «vecchio» di lui, morto sabato mattina dopo una rissa in discoteca, a Palermo. Il padre, la madre e il fratello del minorenne hanno il timore di essere aggrediti, vivono nel terrore di qualche ritorsione. A parlare a nome di tutti è il fratello maggiore del diciassettenne: «Siamo tutti dispiaciuti e addolorati per quello che è successo ad Aldo, un ragazzo di soli 25 anni, la mia famiglia ha la morte nel cuore - dice con voce commossa -. Chiediamo perdono, tutti, da parte nostra e anche per mio fratello, che non voleva fare tutto questo. È stata una maledetta rissa, un assurdo momento di rabbia. Abbiamo sentito parlare il padre di Aldo in televisione, e il nostro rispetto per lui è aumentato: ha detto delle cose giuste e lo ammiriamo, per la sua compostezza in un momento così terribile».

Una vita normale, fino a quella tragica festa di Carnevale al Goa, quella di questa famiglia dello Zen. «Mio fratello lavora come garzone in una macelleria, gli piace cucinare e fare il pane – continua -. Siamo gente umile: io lavoro duro per andare avanti, mio padre è un pensionato, con dei gravi problemi di salute, cammina col bastone e lo portiamo a fare visite in ospedale in continuazione, mia madre è una casalinga che si occupa di lui. Siamo sempre stati rispettati da tutti».

Racconta anche le ore successive alla rissa del Goa: «Vedevamo mio fratello piangere sempre, aveva paura, tremava, era sempre chiuso in camera e non mangiava – dice -. Si vedeva che c’era qualcosa che non andava. Si è sfogato piangendo con mia madre, e poi ha detto che doveva andare dai carabinieri a raccontare tutto, che non ce la faceva a tenersi tutto dentro, che aveva troppo rimorsi. È sempre stato un ragazzo buono, sensibile, che non ha mai voluto fare del male a nessuno. È bastato un attimo di follia per distruggere la vita di due famiglie, anche se il nostro dolore non può essere paragonato con quello dei genitori di Aldo».

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