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Fiaccolata per Aldo Naro, le storie dello Zen che dice no alla violenza - Video

PALERMO. I residenti dello Zen hanno partecipato in massa alla fiaccolata per dire no alla violenza e per solidarietà alla famiglia di Aldo Naro il medico 25 enne morto nella discoteca Goa la notte tra il 13 e il 14 febbraio. Si sono riusciti in silenzio attorno all’unico centro aggregativo che c’è nel quartiere la chiesa di San Filippo Neri. Per tanti questo corteo silenzioso che ha raggiunto il luogo della tragedia è stato anche un modo per dire basta alle solite etichettature.

“Vivo qui da 30 anni sono mamma e non ne possiamo più di venire bollati come quelli dello Zen – duce Jamila Sardisco – Qui vive tantissima gente per bene che lavora. Io in trent’anni non ho mai visto una pistola. Non so cosa significa la violenza. Palermo purtroppo è una città che etichetta e che semplifica sempre tutto”. La fiaccolata ha mille significati. “E’ una speranza per me che sono mamma – dice Nadia Genovese – ho tre figli nati qui che voglio crescere nel rispetto della persona e nella legalità. Siamo rimasti scossi per quello che è successo. Una cosa terribile, tragica. Spero che questa fiaccolata porti pace”.

Per il parroco della chiesa un argentino come Papa Francesco questa è un bel segnale per quanto si fa in questo quartiere. “Guardi quanta gente è venuta e ha raccolto l’invito spontaneo rivolto contro la violenza – dice il parroco Michele Pertini – Qui facciamo tante attività rivolte nei confronti dei bambini. Stiamo seminando. Sono venuti qui perché la parrocchia rappresenta l’unico centro aggregativo del quartiere. Questa gente vuole essere vicina alla famiglia di Aldo per fare sentire l’affetto e il calore umano. I genitori sono stati invitati. Speriamo di poterli abbracciare presto”.

Davanti alla chiesa si sono raccolti. In tanti davvero il sagrato è pieno di candele accese e palloncini colorati. “La nostra volontà di piccole associazioni – dice Giuseppe Musicò – è quello di far rinascere il quartiere e far tornare la speranza. Si fa tanto per questi ragazzi e per i tanti che vivono qui. Certo se si continua ad associare lo Zen a degrado e violenza, che c’è non ci vogliamo nascondere dietro un dito, non si crescerà mai. Qui nel nostro quartiere c’è tanto altro a cominciare dalle tante facce belle che questa sera si sono voluti raccogliere nel nome di Aldo”.

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