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Nuovo colpo al boss Pipitone: 4 arresti tra cui moglie e figlie. Nomi e foto

L’inchiesta “Destino 2” ha chiarito la vicenda legata alla vendita di una lussuosa villa di Mondello riconducibile alla famiglia Pipitone e intestata di fatto ad un prestanome

PALERMO. I carabinieri hanno arrestato la moglie del boss Angelo Antonino Pipitone, Franca Pellerito, 63 anni, le figlie Epifania, 34 anni, Graziella, 43 anni, Angela Conigliaro   per trasferimento fraudolento di valori ed il favoreggiamento reale. Gli arresti sono la prosecuzione dell’operazione Destino della Compagnia di Carini. I provvedimento sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Palermo, Lorenzo Jannelli, a conclusione di una prolungata attività investigativa condotta dai magistrati della Dda di Palermo.

Gli arresti sono la prosecuzione dell’operazione Destino dello scorso settembre quando erano stati scoperti gli autori dell’incendio doloso di una stalla nelle campagne di Carini e dell’uccisione a colpi di arma da fuoco di alcuni animali che vi erano custoditi, commessi a scopo estorsivo la notte di Capodanno 2013.

Gli investigatori, inoltre, attraverso mesi di lavoro, interrogatori e intercettazioni, erano riusciti a ricostruire anche una fitta rete di prestanome, grazie ai quali Angelo Antonino Pipitone, pur trovandosi recluso dal gennaio 2007, sarebbe riuscito a gestire e ad accrescere l’immenso patrimonio occulto, fatto di ville, terreni, fabbricati industriali e società.

L’inchiesta “Destino 2” ha chiarito la vicenda legata alla vendita di una lussuosa villa di Mondello riconducibile alla famiglia Pipitone e intestata di fatto ad un prestanome. In particolare, gli inquirenti sono riusciti a dimostrare le “pressioni” esercitate sull’acquirente della villa dalla moglie del boss e da una delle figlie, per assicurare il pagamento  dell’intero importo dell’operazione, circa 1 milione e 300 mila euro. È stata fatta poi luce sulle operazioni per intestare in modo fittizio ad Angela Conigliaro (già amministratore unico della società “Il Girasole s.r.l.”, parimenti riconducibile ai Pipitone) di un terreno di 1,75 ettari, che si trova nel comune di Carini, del valore di 250 mila euro, di fatto riconducibile alla medesima famiglia mafiosa. Gli investigatori hanno ricostruito le varie fasi della trattativa per l’acquisto del terreno, con il coinvolgimento di un avvocato che avrebbe prestato la propria opera professionale per la stipula di atti negoziali relativi alla compravendita del bene, con la consapevolezza di aver agito nell’interesse di Angelo Antonino Pipitone.

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