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Elisoccorso fino in Sardegna per funzionario del 118: avviati accertamenti

PALERMO.   Il direttore della centrale operativa del 118 di Palermo Gaetano Marchese, 60 anni, sapendo di soffrire di una grave cardiopatia e non fidandosi dei medici di Sassari e Cagliari ha organizzato il proprio trasporto dalla Sardegna alla Sicilia con l'elisoccorso il 15 gennaio scorso dopo un forte dolore al petto e il ricovero ad Alghero.

Il medico era sulla riviera del Corallo nella costa Nord ovest della Sardegna quando si è sentito male ed è stato portato in ospedale. Da lì doveva entrare in sala operatoria a Sassari. Ma ha preferito attendere l'elisoccorso che lui stesso aveva organizzato facendo arrivare il velivolo dalla Sicilia. Un altro falò divampa nella sanità siciliana mentre a Catania la procura indaga sulla morte della neonata Nicole che non ha trovato un posto in terapia intensiva e a Trapani i pm inviano quattro avvisi di garanzia per la morte di Daniel due anni che forse aveva la meningite ed è stato curato con la tachipirina. La Procura di Palermo ha aperto un fascicolo sulla vicenda dopo che il procuratore aggiunto Dino Petralia ha ricevuto la nota dei carabinieri che ricostruisce le fasi della vicenda. Anche l'assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino, ha disposto un accertamento e una richiesta di chiarimento.

Il presidente della Commissione Affari sociali e sanità di Montecitorio, Pierpaolo Vargiu, commenta: «Qualche giorno fa ci hanno spiegato che una neonata è morta dopo tre ore di vita perchè mancavano i posti nelle Unità di terapia intensive prenatale degli ospedali di Catania. Oggi veniamo a sapere che un elisoccorso salva la vita del direttore della Centrale operativa del 118 di Palermo, partendo all'alba dalla Sicilia verso la Sardegna. Non possiamo non pensare a quanti cittadini non hanno potuto accedere alle cure necessarie in maniera tempestiva per la propria sopravvivenza perchè magari non in posizioni apicali». Marchese da un letto di una clinica privata, dopo l'operazione subita all'Ismett il 16 gennaio, dice di essere «un miracolato» e di aver fatto una scelta consapevole per la propria vita.

«I voli extraregionali dell'elisoccorso sono autorizzati direttamente dal direttore di centrale o tramite l'assessorato regionale in particolar modo quelli con destinazione Ismett - spiega - Lo prevede il capitolato tecnico d'appalto sottoscritto tra la Regione e la Inaer Aviation Italia che si è aggiudicata la gara. Lo abbiamo fatto tante volte con le regioni limitrofe anche con nazioni vicine come con la Tunisia».

«Ho chiesto l'intervento dell'Ismett - aggiunge - perchè nell'ospedale di Alghero dove ero stato trasferito solo dopo tre ore dal mio arrivo mi è stata fatta una Tac. Esame che avevo richiesto sin dal mio arrivo attorno alle 00.30. Avevo subito compreso che il mio caso era stato sottovalutato dall'equipe sarda. Io non avevo un aneurisma, ma una dissecazione aortica. Ogni ora che trascorrevo ad Alghero rischiavo di morire. Avevo compreso tutti i sintomi visto che appena 20 giorni prima improvvisamente anche mia madre ha avuto la stessa patologia». «Nessun abuso - afferma - è stato compiuto e tutto nel rispetto delle regole. Ho solo da medico tutelato la mia salute come quella dai tanti pazienti trasportati e salvati dal 118».

Di tutt'altro avviso l'assessore regionale sardo alla sanità, Luigi Arru, secondo cui «i soccorsi sono stati corretti, tempestivi e conclusi con una diagnosi chiara, che imponeva la necessità di essere immediatamente sottoposto a un intervento chirurgico d'urgenza».

«Marchese - spiega Arru - è stato sottoposto a tutti gli esami, fino alla Tac che ha permesso di formulare la diagnosi, confermata alle 3.45 dalla consulenza cardiochirurgica, cioè un aneurisma dissecante dell'aorta. Gli è stato così consigliato di entrare immediatamente in sala operatoria a Sassari, dove tutto era già pronto. Ma lui ha scelto di tornare in Sicilia, perdendo ore preziose visto che è stato operato solo sei ore più tardi. Ora sostiene che la dissecazione non gli sia stata riconosciuta e che perciò ha ritenuto di non farsi operare a Sassari o a Cagliari: ma quella diagnosi è scritta nero su bianco, così come tutti gli orari sono registrati elettronicamente».

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