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Burlesque all’Ucciardone: «Polemiche strumentali»

Nicola Giosuè risponde alle proteste delle guardie penitenziarie: «Lo spettacolo non è un megafono per vicende sindacali»

PALERMO. Non comprendo la polemica scoppiata per uno spettacolo leggero e divertente che porto in scena da anni nelle carceri siciliani e che ha l'obiettivo di regalare ai detenuti momenti di svago e un messaggio di speranza: nella vita si può cambiare». A parlare è Nicola Giosuè, organizzatore dello show in stile burlesque andato in scena qualche giorno fa nel teatro del carcere Ucciardone, che tante proteste ha suscitato soprattutto fra gli agenti in servizio nel penitenziario. Lustrini, piumaggi e paillettes con una ballerina in tacchi a spillo per la gioia dei detenuti. «Scelta inopportuna», così si è espresso il sindacato di polizia Sippe e l'Associazione per i diritti e le tutele. Giosuè non ci sta: «È una strumentalizzazione. Posso capire il disagio degli agenti spesso costretti a lavorare in ambienti difficili, ma non accetto che il mio spettacolo sia servito da megafono per amplificare le loro rivendicazioni sindacali».

Personaggio eclettico, 45 anni, palermitano, attore e cantante trasformista, Nicola Giosuè in arte si fa chiamare «Sotto... Zero» in omaggio al più celebre Renato Zero, del quale si professa soia. Da tre anni con la sua compagnia gira le carceri di tutta la Sicilia con uno spettacolo fatto di canzoni, gag, parodie e ironia. Da quest'anno, si esibisce anche oltre lo Stretto e proprio in questi giorni sta promuovendo lo show fra il Veneto e la Lombardia. Personalissime esibizioni all'insegna della leggerezza e dell'allegria, condite al tempo stesso da un pizzico di malizia e irriverenza. Sfumature d'arte che hanno provocato la reazione del personale di sicurezza del penitenziario borbonico di via Enrico Albanese, critico per l'esibizione di una ballerina in «abiti succinti» per una platea di detenuti.

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