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Consigliere comunale arrestato per mafia non risponde al gip

Ha presentato cinque interrogazioni in tre anni: due nel 2012, poco dopo la sua elezione in consiglio comunale a Palermo. Tre riguardano materia d'urbanistica e opere pubbliche

Giuseppe Faraone

PALERMO. Si è avvalso della facoltà di non rispondere il consigliere comunale di Palermo Giuseppe Faraone, arrestato ieri nel corso di un'operazione antimafia coordinata dalla dda del capoluogo siciliano.

Interrogato dal gip Luigi Petrucci, il politico, accusato di avere fatto da intermediario tra gli estorsori di Cosa nostra e un imprenditore taglieggiato dal racket, ha scelto la strada del silenzio. Il suo legale ha chiesto al giudice di concedere gli arresti domiciliari al consigliere che soffrirebbe di una grave forma di asma. Il gip si è riservato di decidere.

Davanti al giudice sono comparsi, per gli interrogatori di garanzia, Francesco La Barbera, Giuseppe Fabio Davì, e Giuseppe Calvaruso, arrestati ieri con Faraone. Si sono avvalsi tutti
della facoltà di non rispondere. Le altre persone coinvolte nell'inchiesta, già detenute, saranno sentite nei prossimi giorni.

LA SUA ATTIVITA' AL COMUNE. Ha presentato cinque interrogazioni in tre anni: due nel 2012, poco dopo la sua elezione in consiglio comunale a Palermo, dove è stato eletto nella lista Amo Palermo e tre nel 2014. L'ultima risale al 3 luglio scorso e riguarda i contratti dei dipendenti della Rap, la nuova società che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti in città.Giuseppe Faraone, del Megafono, arrestato ieri con l'accusa di tentata estorsione, raramente, però, non prendeva parte ai lavori d'aula.

A consentire un bilancio della attività del consigliere sono i dati contenuti nella pagina web del Comune a lui dedicata. E così viene fuori che Faraone, che faceva parte della commissione consiliare Urbanistica, ha partecipato a 62 sedute tanto da guadagnare una media di presenze dell'88,5%. Solo in 8 occasioni, invece, è stato assente. Eppure in pochi casi ha votato i provvedimenti sottoposti all'attenzione del Consiglio. Ma difficilmente si asteneva o votava contro, per lo più invece (nell'84% dei casi) non era in aula al momento del voto (su oltre 1.200 votazioni a 1.046 non ha partecipato risultando assente).

Su cinque interrogazioni presentate in tre anni, tre riguardano materia d'urbanistica e opere pubbliche. Una è sul cimitero dei Rotoli, riguarda l'esistenza di lotti costruiti in assenza di concessione, una l'attuazione del piano particolareggiato di  «Poggio Ridente» e un'altra il personale in servizio negli uffici del settore urbanistica, edilizia privata e Suap.

La penultima in ordine di tempo, invece, «un appartamento in Pietro dell' Aquila n.6, assegnatario al sig. B.S.'. Ma i componenti della commissione, però, non lo ricordano come un politico particolarmente 'attivo.

"Non vorrei suonasse come critica - dice il presidente della commissione Urbanistica Alberto Mangano (Mov139) - ma non partecipava in modo particolarmente attivo ai lavori della commissione. Veniva alle riunioni ma spesso andava via a seduta ancora in corso. Raramente prendeva la parole sui temi in discussione in consiglio comunale. Spesso si asteneva o votava contro. Non ricordo che abbia dato un contributo utile al dibattito".

 

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