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Anello ferroviario, protestano i disoccupati edili

PALERMO. «Palermo. Cantiere anello ferroviario, ancora nessuna notizia per i disoccupati edili, che lo occupano» con questo tweet, partito dal canale ufficiale della Fillea Cgil (@filleacgil), sì da notizia del presidio avviato stamattina dal Comitato dei disoccupati del settore edile, creato due anni e mezzo fa presso Fillea Cgil, davanti ai cancelli del cantiere in via Crispi. «Il presidio – spiega Piero Ceraulo, segretario provinciale Fillea Cgil – vuole riaccendere i riflettori sugli appalti del collettore fognario e dell’anello ferroviario che dovevano essere una risposta occupazionale in una città che negli ultimi otto anni ha registrato la perdita di ottomila posti di lavoro nel settore edile. Un mese e mezzo fa la Tecnis, impresa catanese che si è aggiudicata ambedue gli appalti, ha avviato dei colloqui tra gli operai disoccupati affluiti nel Comitato della Fillea Cgil. A oggi non si è saputo nulla, nessun risvolto o comunicazione alcuna da parte della ditta. La notizia però è che l’appalto del collettore è stato affidato a un’altra ditta, la Sikelia costruzioni, che ovviamente utilizza gli operai in forza all’azienda».

La Sikelia di Santa Venerina (in provincia di Catania) è la stessa ditta a cui sono stati appaltati i lavori d’oro al Policlinico di Palermo: una ristrutturazione per 25.900 mila metri quadrati, la costruzione di edifici ex-novo per 6.400 metri quadrati e un costo che ammonta a 50milioni di euro. Dalla Fillea e dai lavoratori la richiesta che questi due grandi appalti non si concludano con l’ennesima possibilità mancata per gli operai specializzati di questa città, «un bacino che deve essere preso in considerazione» ribadisce il segretario. Dal 2008, come sottolineato da Ceraulo, sono oltre ottomila i lavoratori nel campo dell’edilizia che hanno perso il proprio posto di lavoro, un dato confermato dalla cassa edile di Palermo. Preoccupante, se si pensa che non solo sia un fenomeno in continua crescita, ma che tenga conto dei soli lavoratori in regola, in una città in cui, soprattutto nel settore edile, il sommerso la fa da padrona.

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