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Valzer delle commissioni al Comune: Orlando perde il Bilancio

Rinnovati i vertici di sei dei sette organismi comunali. Confermati tutti i presidenti uscenti tranne Bertolino del Mov139

PALERMO. Sei su sette. Le commissioni consiliari hanno rinnovato i vertici. Cinque hanno confermato il vecchio presidente. Nella settima, invece, è stato «sconfitto» l’uscente Francesco Bertolino del Mov139 che ha dovuto cedere il passo a Mimmo Russo, ex Mpa, iscritto al gruppo misto ma vicino a Forza Italia. Provocando un caos nella maggioranza che si è fatta soffiare quella che insieme all’Urbanistica (dove è stato riconfermato all’unanimità Alberto Mangano del Mov139) è la commissione più importante: il Bilancio.

Ma come è stato possibile che il movimento di Orlando si sia fatto sfilare quella poltrona? In verità il Mov139 aveva da tempo perso la maggioranza dei consiglieri in consiglio. E la loro dislocazione nelle commissioni è molto disomogenea. Il Bilancio è composto da due orlandiani (Francesco Bertolino e Aurelio Scavone), Filippo Occhipinti dell’Idv, due del Pd (Sandro Leonardi e Fabrizio Ferrara), Giuseppe Milazzo di FI e il neo presidente Russo, al suo primo incarico istituzionale dopo tre lustri da consigliere comunale. Le candidature erano quelle di Bertolino e di Russo che hanno ottenuto tre voti ciascuno, mentre il settimo è andato a Leonardi. A parità di voti ha avuto la meglio per anzianità Russo che rispetto alla «mappa» delle preferenze disponibili si è trovato con un voto in più.

Secondo Giulio Tantillo, di Forza Italia, gli accordi erano di riconfermare tutti, tranne alla Settima. «La candidatura in zona Cesarini di Occhipinti, poi naufragata, ha scompigliato le carte. I dem a un certo punto - accusa Tantillo - sono stati tentati dal votare Bertolino. Questo non era nei patti. Siamo stati gli unici a rispettare gli accordi di una riunione. Ovviamente fra Idv e Mov139 c’è una prova di inciucio». Alla fine, invece, uno dei dem avrà dato la preferenza a Russo e se si dà per assodato che Leonardi ha votato se stesso il faro punta Fabrizio Ferrara. Il quale, però, nega tutte le ricostruzioni bollandole come «fantasie». La ricostruzione di occhipinti è questa: «Io in gioco per extrema ratio, voleva essere una sintesi fra i partiti. Dispiace che l’elezione sia avvenuta non all’interno di un accordo generale».

Resta il fatto che la maggioranza non tiene. E non tiene nemmeno il rapporto contrastato col Pd. Il Mov 139, comunque, ha confermato Alberto Mangano all’Urbanistica (la Sesta), Fausto Torta alla Cultura e allo Sport (alla Quinta), Giusy Scafidi al Sociale (Quarta). Conferme anche per Paolo Caracausi (Idv) alla Seconda (Attività produttive), e Luisa La Colla del Pd alle Partecipate (alla Terza), che passa sostenuta dal centrodestra.

Alla Prima (Affari generali e organizzazione degli uffici) l’elezione non s’è fatta. È calendarizzata per oggi. Il Mov139 potrebbe presentarsi con ben due candidature. Il vicepresidente del consiglio Nadia Spallitta, infatti, ha chiesto un cambio al vertice chiedendo di non confermare Juan Catalano, suo collega di partito, «mantenendo però la presidenza alla maggioranza», cioè a se stessa. Catalano, infatti, parla di «autocandidatura della Spallitta che non nasce dal movimento». Forza Italia propone invece Felice Bruscia, del Cantiere popolare. Solo dopo la chiusura della partita della presidenza si procederà a qualche spostamento di componenti all’interno delle commissioni e poi al voto dei vicepresidenti.

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