Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Imprenditore denuncia il pizzo: 4 arresti tra Corleone e Villafrati - Ft e Vd

Scoperto l'intero assetto delle famiglie mafiose di Palazzo Adriano e Corleone

PALERMO.  Blitz dei carabinieri della compagnia di Corleone all’alba nei mandamenti mafiosi di Corleone e Misilmeri/Belmonte Mezzagno. Arrestate 4 persone tra boss e gregari, indagati per il reato di estorsione, aggravato dall’essere stato commesso con il metodo mafioso. Si tratta di Ciro Badami, nato a Villafrati il 29 aprile 1946; Francesco Paolo Scianni, nato a Corleone il 30 gennaio 1951; Antonino Lo Bosco, nato a Palazzo Adriano il 01 ottobre 1930; Pietro Paolo Masaracchia, nato a Palazzo Adriano il 15 marzo 1950.

L’indagine, coordinata dalla DDA di Palermo (procuratore aggiunto Leonardo Agueci) è la prosecuzione dell’inchiesta che ha recentemente colpito gli esponenti delle famiglie mafiose di Corleone e Palazzo Adriano, denominata Operazione “Grande Passo”.

Le indagini, che si sono avvalse di attività tecniche e servizi di osservazione e pedinamento, ma anche della collaborazione di vittime di estorsioni, hanno permesso di ricostruire e delineare ancor meglio l’intero assetto delle famiglie mafiosa di Palazzo Adriano, di Corleone e i rapporti del mandamento con quelli limitrofi, in particolare con la famiglia mafiosa di Villafrati.

LE ESTORSIONI. Nel corso delle investigazioni, sono stati ricostruiti 4 nuovi casi di estorsione, ai danni di imprenditori impegnati nel settore dell’edilizia e del commercio, sia nelle fasi dell’apertura che della gestione degli esercizi commerciali. Anche grazie al racconto delle vittime che hanno svelato il meccanismo di pagamento del “pizzo”: l’imprenditore o il commerciante è chiamato a versare le somme sia alle famiglie mafiose presenti nel proprio paese di origine sia a quelle delle zone dove svolge la sua attività economica. Dalle indagini è emerso anche le vittime privilegiate delle estorsioni non sono solo gli imprenditori impegnati nell’esecuzione di appalti pubblici, ma pure i singoli esercizi commerciali e chi esegue lavori di edilizia privata.

Si rompe il muro di omertà delle vittime delle estorsioni a Corleone, luogo simbolo del potere mafioso. Un commerciante finito nel mirino del racket, titolare di un autosalone, ha confermato agli inquirenti la pressione delle cosche. E' uno dei particolari dell'operazione che oggi ha portato a 4 arresti tra Corleone, Villafrati e Belmonte Mezzagno. L'inchiesta è stata coordinata dall'aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Sergio Demontis e Caterina Malagoli.

La vittima è stata intercettata dai carabinieri mentre chiedeva uno sconto sul pizzo. Convocata dai carabinieri ha negato, come spesso accade, ma ha raccontato anni di soprusi e vessazioni. "E' un ottimo segnale - ha detto il comandante del gruppo Monreale Pierluigi Solazzo - i commercianti, già stritolati dalla crisi, non possono più sopportare anche la pressione mafiosa". Nell'inchiesta sono coinvolti tra l'altro un mafioso già arrestato con l'accusa di avere garantito al boss Bernardo Provenzano i proventi di estorsione e un fedelissimo del capomafia Antonino Di Marco, finito in cella nell'operazione Grande Passo.

Caricamento commenti

Commenta la notizia