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Giorno della Memoria, l'Ateneo di Palermo ricorda 5 docenti ebrei espulsi

I professori, umanisti e scienziati di grande livello, furono allontanati il 16 ottobre 1938, in forza dei decreti legge del 2 settembre del ministro Bottai

PALERMO. Furono cinque i professori ebrei dell'Università di Palermo privati della cattedra e licenziati nel 1938 a causa delle leggi razziali: Emilio Segre, Camillo Artom, Maurizio Ascoli, Mario Fubini e Alberto Dina.

Oggi alle 16.30, allo Steri, l'Ateneo di Palermo, in collaborazione con l'Isse (Istituto superiore di studi ebraici) organizza una giornata di commemorazione di quei docenti con un seminario cui partecipano storici di tutta Italia.

Il rettore Roberto Lagalla annuncia che «nelle prossime settimane apporremo una targa nel cortile dello Steri per ricordare quei nomi». I cinque docenti, umanisti e scienziati di grande livello, furono allontanati il 16 ottobre 1938, in forza dei decreti legge del 2 settembre del ministro Bottai.

Emilio Segre, ordinario di Fisica sperimentale, è colui che più tardi, negli Stati Uniti, avrebbe collaborato con Enrico Fermi nella messa a punto del primo reattore nucleare, ottenendo per questo il Premio Nobel. Maurizio Ascoli è un clinico, famoso per avere scoperto una cura per la tubercolosi basata sulle iniezioni endovenose di adrenalina: talmente autorevole che un anno prima della cacciata, in occasione della visita di Mussolini a Palermo (20 agosto 1937), viene portato al cospetto del duce con un gruppo di ammalati guariti con la sua terapia.

Poi l'italianista Mario Fubini, l'ordinario di Ingegneria elettronica Alberto Dina, il fisiologo Camillo Artom. Alla commemorazione partecipano Salvatore Mazzamuto, Antonino Blando, Remo Ceserani, Cinzia Cerroni. Al termine la testimonianza di Bruno Segrè e la riflessione sulla memoria del rabbino Pierpaolo Punturello, responsabile di Shavei Israel in Italia.

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