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Palermo, contro la Sampdoria la resa dei conti: ed è caccia ai punti persi all’andata

PALERMO. Una cinquantina di fans blucerchiati ieri all’arrivo del Palermo a Genova ha cercato di togliere dalle scarpe di Iachini i sassolini che il tecnico rosanero si porta dietro dal 2 luglio del 2012, quando la Samp decise di sostituirlo con Ciro Ferrara nonostante la prodigiosa promozione in serie A. Iachini ha apprezzato l’accoglienza festosa, ha ritirato la targa ricordo degli ultras doriani, ma i sassolini gli sono rimasti nelle sue scarpe. Perchè questi sono sgarbi che non si dimenticano facilmente. Poco conta che non è più la Sampdoria di Garrone e Sensibile e che adesso c’è il divertente Ferrero. Il conto va saldato, se possibile.

Qualcosa di simile in testa deve averla anche Enzo Maresca, che farà di tutto per giocare (in alternativa c’è pronto Della Rocca) e che a Genova fu trattato da Delio Rossi come Gattuso trattò Vazquez. Poi arrivò Iachini e lo riportò alla vita calcistica, chiamandolo a Palermo. E se vogliamo completare l’elenco dei motivi per cui battere la Samp può dare una soddisfazione speciale ricordiamo a noi stessi che i doriani nel 2010 soffiarono al Palermo l’unica vera, grande e forse irripetibile opportunità di approdare in Champions League. Un anno dopo i rosa li condannarono alla B ma anche in questo caso i sassolini fanno ancora male.

Per uno dei tanti strani casi disposti dalla dea Eupalla la Samp che mira al terzo posto pur possedendo una batteria di punte da far paura (Eder, Bergessio, Okaka, prima c’era Gabbiadini adesso Muriel ed Etòo) e schierando sempre almeno tre attaccanti ha segnato meno del Palermo che invece gioca con una sola punta (25 gol contro 31). In compenso il Palermo che schiera sempre almeno cinque difensori e un incontrista ha subito 14 reti in più dei doriani (17 contro 31). Sembrerebbe che il Palermo debba attaccare e i padroni di casa difendersi, invece sarà l’esatto contrario.

Non sarà facile battere la Samp. Il Palermo ci andò vicino all’andata, ma pur giocando per più di un tempo con un uomo in più si fece rimontare ingenuamente nei minuti finali. Una delle tante disattenzioni di Andelkovic.

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