Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Teatro Massimo, tutti in rosso per la prova generale della prima

Ammesso solo pubblico con meno di 35 anni e tutti dovevano indossare qualcosa color fuoco. Mercoledì debutta «Gisela»

PALERMO. Qualcosa di rosso. In omaggio all’opera e contro il malocchio, che a Napoli è regola d’oro. Ad un teatro pieno di giovani ormai ci si sta abituando, meraviglia che accada anche per un’opera non universalmente conosciuta come questa «Gisela» di Hans Werner Henze, regia di Emma Dante. che mercoledì aprirà ufficialmente la nuova stagione del Teatro massimo, ma ieri sera ha avuto una sua antigenerale aperta ai Giovani del Teatro Massimo. Che in tre giorni hanno venduto 800 e passa biglietti, riempiendo sala e palchi. Per tutti, regole d’oro: meno di 35 anni e dress code d’ordinanza, ovvero qualcosa di rosso fuoco.

Un omaggio ad un’opera che gioca con il teatro, Pulcinella e le storie d’amore, miscela poesia ed erotismo. Ottocento ragazzi attenti e partecipi, musica contemporanea anche abbastanza da intenditori, ma nessuno si è spostato di un millimetro, o giocava con i telefonini. «Certo non si tratta di Bohéme, ma Emma Dante è una regista strana, mi piace tanto», spiega Francesca, 21 anni, tacchi altissimi e un camicia che urla fuoco. «Hanno risposto tutti con grande piacere, anche se non era un’opera tra le più conosciute», dice Walter Vitale tra i soci fondatori dei Giovani del Teatro Massimo.

«È un ulteriore tassello nel progetto di apertura e confronto con la città – sorride il sovrintendente Francesco Giambrone –. Il pubblico di Palermo, e soprattutto i giovani, è molto aperto alla contemporaneità e saprà apprezzare un’opera nuova come questa». «Ai giovani piacerà il gioco di teatro nel teatro e la storia d’amore tra la Germania e l’Italia», anticipa la regista. Alla fine dell’opera, un flash mob ha coinvolto sia gli attori della compagnia di Emma Dante che i giovani del Teatro Massimo. In tanti hanno posato con alle spalle un fondale dipinto, in mano mandolino o pastiera: un ricordo ulteriore per chi, probabilmente, al Teatro Massimo non aveva mai messo piede.

Caricamento commenti

Commenta la notizia