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Palermo, la triste città dei clochard

Sono almeno un centinaio i senza dimora: fra rumeni, africani e indiani, non mancano gli «indigeni» che hanno perso tutto e sono finiti a vivere in strada

PALERMO. Sono almeno un centinaio i senza dimora che vagano per la città, trovando riparo sotto i portici o il colonnato di un palazzo o di una scuola, dentro ai vagoni dei treni, nelle stazioni e talvolta persino davanti ai monumenti. Difficile riuscire ad avere una stima precisa di quanti siano realmente i clochard. E ogni sera agli operatori e volontari delle associazioni che si occupano dell'assistenza notturna sembrano sempre di più. È all'interno del «grande quadrilatero», come lo chiamano i volontari del Gruppo di coordinamento per i senzatetto, virtualmente racchiuso fra Foro Italico-Messina Marine, via Oreto, viale Regione siciliana e Notarbartolo, che si concentra il maggior numero di senza dimora e cioè in quella parte di città in cui è più facile trovare riparo in vecchie strutture abbandonate, stazioni o portici. «Almeno una quarantina - spiega Giuseppe Li Vigni, presidente dei Gli Angeli della notte, associazione che si occupa di clochard - vivono nei pressi della stazione centrale: sotto il colonnato sia dal lato di via Balsamo che da via Oreto; nei vagoni dei treni e davanti agli edifici in cui si trovano gli uffici della ferrovia». Nella vicina piazzetta Cairoli e dintorni, nei pressi del capolinea dei pullman, vivono altri gruppi, tra cui una decina di rumeni. Gli stessi che fino a qualche mese fa bivaccavano sotto un condominio di via Michele Cipolla.
Passaggio Lincoln, dove c'è un vasto porticato, è da anni il riparo di nove clochard, tutti africani, tranne l'anziano Vincenzo, italiano e molto conosciuto in città. Ma ogni angolo al coperto diventa il riparo ideale: dai sottopassi di viale Regione Siciliana ai portici di piazzale Ungheria e dell’istituto Nautico, dove dorme un gruppo di indiani, fino al tempietto del Foro Italico, corso Tukory, piazza principe di Camporeale, dove in punti diversi stazionano 4-5 senzatetto, tutti palermitani. E ancora davanti agli ospedali: «Almeno cinque vicino a Villa Sofia, tre nei pressi del Buccheri La Ferla e vicino al Civico», spiega Li Vigni. «Solo nella zona della stazione distribuiamo, in media, dagli 80 ai 90 pasti - racconta Marina Scardavi, presidente di La danza delle ombre -, tra i senza dimora e i poveri che, pur avendo una casa, non hanno i soldi per la spesa».

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