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Maresca talismano rosanero: "Un anno fantastico, Palermo città del cuore"

Da quando c’è lui in campo, la squadra non ha più perso, ha macinato punti e ha cambiato volto. Fra i rosanero è un leader, per lui si sta concludendo un anno importante

PALERMO. Una sorta di talismano. Da quando c’è lui in campo, il Palermo non ha più perso, ha macinato punti e ha cambiato volto. Enzo Maresca leader rosanero, per lui si sta concludendo un anno importante: “Diciamo che è stato un 2014 positivo da un punto di vista professionale – dice Maresca al sito ufficiale - da gennaio a giugno c’è stata la prima fase con la promozione in Serie A, poi dopo da luglio fino a dicembre le cose stanno andando abbastanza bene in Serie A.

A livello personale è stato un anno bellissimo, un anno spettacolare con la nascita della bimba a Palermo. È stato perfetto. Il ricordo più emozionante? La promozione in serie A, ma anche le partite di Serie A, credo siano stati giocati dei minuti positivi da parte della squadra, sono dei momenti che uno si porta dietro. In ogni caso, nel calcio quel che è successo è successo. Adesso bisogna pensare al 2015 che inizia e farlo iniziare come è finito il 2014″.

Maresca innamorato di Palermo: “Da un punto di vista della città io e la mia famiglia ci troviamo bene. Il clima sicuramente è quello che fa la differenza. Essendo io un ragazzo del sud, so che la gente del sud è diversa da quella del nord – ha dichiarato il numero 25 rosanero -. Ciò non vuol dire che siamo migliori, però leggermente diversi. I tifosi mi chiamano ‘Professore’? Ringrazio i tifosi, ma niente professore. Cerco semplicemente di fare del mio meglio per dare una mano alla squadra, per raggiungere l’obiettivo finale”.

Il Palermo ha centrato, contro l’Atalanta, l’ottavo risultato utile consecutivo, Maresca ha elencato i punti di forza della squadra: “Il gruppo è il primo, ci sono dei giocatori giovani interessantissimi che è inutile stare qui ad elencare. Uno dei punti di forza è sicuramente il progetto che c’è e il credere in questo progetto. Io e Sorrentino? Siamo i due vecchi del gruppo. Quando superi i trent’anni, quelli più giovani cercano sempre di buttare un occhio. È successo a me quando avevo vent’anni e io spero di riuscire ad aiutare i miei compagni quando ne hanno bisogno”.

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