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Stipendi ridotti, al Teatro Biondo è di nuovo crisi

Bilancio preventivo bloccato, il disavanzo sfiora i dieci milioni. Così il futuro torna incerto. Il direttore artistico Alajmo: eravamo alla svolta, è finita la benzina

PALERMO. Fino a febbraio. Poi, non si sa. Il Teatro Biondo non ha più margini di movimento e ieri mattina ha dovuto comunicare ai dipendenti la sospensione dell'integrativo.

Che, in soldoni, vuol dire riaprire il fronte di scioperi ed occupazioni, visto che i lavoratori si vedono togliere circa il 30% della busta paga e i sindacati lanciano l'allarme, rifiutando di proseguire ulteriormente una trattativa che ormai non porta più a nulla. Ma la decisione, sofferta («Mi ha addolorato personalmente doverla prendere», spiega il direttore artistico Roberto Alajmo), non è nata dal nulla: ieri il consiglio di amministrazione non ha approvato il bilancio preventivo e lo Stabile dovrà giocoforza procedere per dodicesimi, come un ente statale.

 

Il che vuol dire non poter assumere alcun impegno in prospettiva e non poter mettere mano alla nuova stagione. Di fatto, si potrà andare avanti poco, appunto fino a febbraio. Lo Stabile finora ha ricevuto l'intero finanziamento dovuto dalla Regione (tre milioni di euro), ma solo meno di un dodicesimo dal Comune (145.000 euro su 1.750.000, ma ieri non è stato possibile raggiungere l'assessore Andrea Cusumano) e nulla dei 700.000 dovuti dalla Provincia.

Di fatto, mancano all'appello oltre 1.400.000 euro, poco più poco meno, a fronte di un disavanzo di 5.674.000 euro (1.160.000 euro ai fornitori e 3.175.000 euro alla banca) e di oltre 4 milioni di costi (1.095.000 euro la stagione, 2.413.000 il personale, il resto per servizi).

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