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Mafia a Palermo, quadri e marmi nel nascondiglio del clan Galatolo

Al setaccio case e garage in vicolo Pipitone all’Acquasanta. Da un buco nel terreno scoperta una caverna con tracce di bivacco. nelle abitazioni sequestrati documenti

PALERMO. Un grande quadro di una veduta di campagna con cornice dorata, una colonna di marmo bianco con fregi rosa e azzurri, un grande divano in pelle. Ecco dove viveva Vito Galatolo, l’ultimo rampollo del clan, circa duecento metri quadrati in vicolo Pipitone, Acquasanta a due passi dai cantieri navali. La stanza da letto in stile barocco, marmo ovunque.
Il covo è stato scoperto ieri mattina nel corso di un blitz della guardia di finanza. In questo vicolo si accede da una stretta apertura e si può uscire solo da dove si entra.
La scoperta è stata fatta durante la perquisizione eseguita per trovare il tritolo che, secondo il pentito Vito Galatolo, doveva essere usato per un attentato al pm Nino Di Matteo. L'esplosivo non è stato trovato, ma gli inquirenti hanno scoperto botole, anfratti e nascondigli. "Bisogna dare un segnale chiaro che a Palermo non ci sono zone franche", dicono gli investigatori. In casa di Vito Galatolo, poi, sono stati trovati documenti importantissimi che provano affari e investimenti del clan. L'appartamento, che si trova in una palazzina malmessa, era lussuosissimo: mobili antichi intarsiati in oro, marmo ovunque e diverse immagini di Padre Pio.
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