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Se la foto vuole svelare il mistero della fede, una mostra a Palermo

Alla Galleria Studio Paolo Morello di Palermo si è aperta ieri la rassegna collettiva intitolata «Il sacro»: 38 immagini, a partire dal 1947, realizzate da grandi firme

PALERMO. Mettiamoli uno dietro l'altro: Pepi Merisio, Enzo Sellerio, Caio Mario Garrubba, Federico Patellani. Avviciniamo i loro lavori: Pellegrini al mio santuario, Trecastagni. La festa dei santi Alfio, Cirino e Filadelfo, Mosca, Profezia nello stagno fuso. Avremo, per immagini, attraverso modelli culturali distanti, i diversi modi di intendere la religiosità.

La donna lombarda sulla sedia a rotelle di Merisio, cattolico militante, manifesta il proprio sentimento religioso con un'austerità e una compostezza sconosciute alla religiosità siciliana, quella di Sellerio, e di Scianna, dove tutto è fisico, esplosivo, teatrale, barocco. Ancora diversi sono i riti pagani di Patellani dal misticismo orientale di Garrubba, fotografo tesserato del Pci con legami con il Kgb.
Trentotto fotografie, realizzate a partire dal 1947 dai maggiori fotografi italiani come Gianni Berengo Gardin, Mario Giacomelli, Mario De Biasi, Franco Pinna, Pepi Merisio, Caio Mario Garrubba, Federico Patellani, Carlo Bevilacqua, Piergiorgio Branzi, Enzo Sellerio, Alfredo Camisa, compongono la mostra Il sacro: ieri l'inaugurazione alla Galleria Studio Paolo Morello, dove rimarranno fino al 30 gennaio.

Una selezione di vintage prints raramente esposte prima d'ora, e provenienti dal nucleo più segreto della collezione di Morello: «Quello della religiosità popolare - spiega Morello - fu uno dei temi cruciali della fotografia italiana degli anni Cinquanta e Sessanta, che spaziò da rappresentazioni di momenti uffciali della vita della Chiesa cattolica - come l'apertura dell'Anno santo, nel 1950 - a inchieste sul magismo e sulla sopravvivenza di riti pagani, ancora molto diffusi nell'Italia meridionale».

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