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E l’arte antica dell’«opra» si fuse con quelle nuove

Si inaugura oggi alle 18 nell’ex Chiesa di San Mattia (via Torremuzza alla Kalsa) la mostra «Scene nuove per un teatro antico» a cura di Tania Giordano che resterà aperta fino al 22 febbraio 2015

PALERMO. "Sono un lavoratore dello spettacolo": così si definisce Mimmo Cuticchio, ramo portante di un'antica famiglia di pupari, erede e innovatore di una tradizione che affonda le sue radici in un terreno antico e spesso insidiato. Il teatro dell'Opera dei Pupi (dal 2008 Patrimono Orale e Immateriale dell'Umanità dell'Unesco) rinnovato dai Figli d'arte Cuticchio a Palermo si impone oggi nel paesaggio siciliano come un grande albero secolare, come i ficus di Piazza Marina, dal tronco vecchio e dai rami ancora rigogliosi, sempre ricchi di nuovi germogli, tenuto in vita unicamente dalla passione di un «puparo del ventunesimo secolo», la cui caparbietà e coerenza, unite ad un forte senso di appartenenza all'isola, sono esempio per le nuove e vecchie generazioni che nell'isola restano, fiduciose dell'amore di una terra che tanto dà e altrettanto toglie.

Oggi i Figli d'Arte Cuticchio mettono in mostra la propria passione presso l'ex Noviziato dei Crociferi in via Torremuzza a Palermo con l'esposizione di Scene nuove per un teatro antico che raccoglie i fondali dipinti di alcuni spettacoli che Mimmo Cuticchio ha realizzato durante il suo percorso artistico, dagli anni ’70 al 2007. È una mostra che racconta il percorso di vita e di arte di una famiglia e di un uomo che è cresciuto con i pupi, suoi fratelli, vivi e operanti ancora oggi in uno spettacolo che coinvolge tutte le forme di comunicazione artistica, dal teatro alla musica, dalle arti visive alla letteratura, dalla piccola alla grande scena.

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