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Csm, la Commissione si spacca sulla nomina del procuratore di Palermo

Proposti Lari, Lo Voi e Lo Forte. Legnini tenta una mediazione

ROMA. Spaccatura al Csm sulla nomina del nuovo procuratore di Palermo. Rispettando le previsioni della vigilia, la Commissione per gli incarichi direttivi non e' riuscita a convergere su unico candidato e si è divisa tra tre: il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, il rappresentante italiano a Eurojust Francesco Lo Voi e il capo della procura di Messina Guido Lo Forte.

Ma anche se la prospettiva sembra difficile, non si può ancora escludere che alla fine non si arrivi a una soluzione unitaria, o almeno meno frammentata. Ci spera ancora il vice presidente del Csm Giovanni Legnini,che -secondo fonti di Palazzo dei marescialli- è deciso a tentare da subito una mediazione tra i gruppi, in vista del voto del plenum. Una data certa ancora non c'è (anche perchè prima il ministro della Giustizia dovrà esprimere il suo parere sui candidati); ma l'ipotesi che viene ritenuta più probabile e' che il successore di Francesco Messineo venga nominato nella seduta del 17 dicembre.

I nomi proposti dalla Commissione sono gli stessi che aveva già indicato l'estate scorsa il "vecchio" Csm; ma allora la nomina venne "congelata", dopo una lettera con cui il Capo dello Stato - che di Palazzo dei marescialli è il presidente - richiamò i consiglieri a provvedere in via prioritaria alla copertura dei vertici degli uffici giudiziari rimasti da più tempo senza titolare.

Se cinque mesi fa però era Lo Forte il favorito (ottenne tre voti, mentre Lari e Lo Voi uno solo ciascuno), stavolta è risultato il più debole tra i concorrenti: lo ha sostenuto soltanto Maria Rosaria San Giorgio (Unicost), presidente della Commissione. Due voti ognuno hanno incassato invece Lari e Lo Voi: il primo quelli dei consiglieri di Area Fabio Napoleone e Lucio Aschettino; il secondo quelli del togato di Magistratura Indipendente Claudio Galoppi e della laica di Forza Italia Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Si è invece astenuto il laico del Pd Giuseppe Fanfani. Se la situazione restasse così frammentata, è destinato a pesare il voto del primo presidente e del procuratore generale della Cassazione; e sarà senz'altro determinante il ruolo dei laici di maggioranza e opposizione, nessuno dei quali si è sinora espresso, con l'eccezione di Casellati.

Le scelte dei componenti eletti dal Parlamento avranno un riflesso importante anche in vista della mediazione che tenterà Legnini, che vuole scongiurare l'ipotesi che la spaccatura che c'è stata in Commissione si riproponga in plenum. Perchè è chiaro a tutti che un procuratore che venisse nominato con un piccolo scarto di voti sarebbe oggettivamente "debole" e non sarebbe certo un bene per un ufficio giudiziario cosi' delicato come quello di Palermo.

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