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Appello contro la riammissione degli studenti, è polemica

PALERMO. Rocco Palese di Forza Italia polemico contro l'avvocatura dello Stato: "L’Avvocatura dello Stato di Palermo, disattendendo di fatto la posizione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e dell’Avvocatura generale dello Stato che, a fronte di 5.000 ammissioni decretate dal T.A.R. Lazio ha ritenuto opportuno non proporre appello cautelare, ha proposto appello avverso l’ordinanza del T.A.R. Palermo che ha decretato l’ammissione di “soli” 20 studenti ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia per l’anno accademico 2014/2015. La posizione dell’Avvocatura generale dello Stato si è dimostrata lungimirante giacchè il Consiglio di Stato, in sede consultiva, ha ammesso all’immediata frequenza dei corsi ulteriori 1.500 studenti, confermando così la correttezza della posizione del T.A.R. Lazio, per il quale “il ricorso è assistito dai molteplici precedenti giurisdizionali in tema di anonimato della prova”. Nonostante ciò, lo scorso 7 novembre l’avvocatura distrettuale di Palermo, affermando di agire nell’interesse del MIUR (che però il 22 settembre ha scritto di voler prestare acquiescenza) e dell’Università di Palermo (che ha assunto una posizione diversa), ha proposto appello.

La situazione potrebbe cambiare con una sola legge, ma dipende dal Parlamento e la proposta di legge non è stata ancora fatta.Peraltro l’appello proposto, esclusivamente nei confronti di 20 studenti, non è neanche motivato in ragione dell’ingente numero di studenti ammessi a Palermo, giacchè l’ateneo sta serenamente ospitando oltre mille matricole ma, esclusivamente, sulla presunta correttezza della procedura di concorso smentita unanimemente da tutti i giudici uditi sino ad ora. Si tratta dunque di un gesto inopportuno, oltre che profondamente sbagliato nel merito; inopportuno, perché i ragazzi si sono già iscritti ed hanno rinunciato ad altri corsi di laurea, e, di conseguenza, un eventuale accoglimento del ricorso li porterebbe a perdere un anno. Le famiglie si sono sacrificate comprando libri, pagando le tasse e organizzando la propria vita in ragione di una situazione che sembrava consolidata e che, di fatto, lo è per tutti tranne che per questi 20 studenti. Senza considerare che per oltre 4.000 ammessi, scaduti i termini per la medesima impugnazione, si dovrà giustificare il motivo per il quale si è deciso di espellerne solo alcuni (20) e non tutti (oltre 5.000). Il sistema dei test di accesso è sbagliato e ingiusto e le sentenze hanno solo messo in evidenza questa semplice verità di cui il Parlamento e il Governo devono prendere atto individuando nuove, più efficaci e più eque forme di selezione e di valorizzazione del merito per i ragazzi che si accingono ad intraprendere gli studi di medicina o di altre facoltà. Desidero sapere per quale motivo l’eventuale direttiva del Miur e dell’Avvocatura generale dello Stato non sia stata osservata a Palermo e come si possa accettare una così evidente disparità di trattamento nei confronti di venti giovani siciliani e delle loro famiglie”.

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