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Pollina, la «guerra» infinita tra vigili e carabinieri

Da una parte l’ex capo della polizia municipale, accusato e poi assolto, dall’altro il comandante della stazione dell’Arma, finito sotto inchiesta

POLLINA. La guerra tra carabinieri e vigili urbani: un classico. A Pollina è finita però (o meglio, non è per niente finita) con denunce incrociate, con una serie di indagini, tutte archiviate, e un processo a carico dell’ormai ex comandante della polizia municipale, Giovanni Maltese, e con un’inchiesta in corso sul comandante della stazione dell’Arma, Cesare Rizzo.
Maltese è stato assolto — con sentenza definitiva — dall’accusa non di avere «tolto» multe (altro classico del genere) ma di avere «ammorbidito» le sanzioni elevate con l’autovelox e, dopo avere ottenuto l’archiviazione di altre inchieste, scaturite sempre da segnalazioni di notizie di reato presentate dal maresciallo, ha controdenunciato per falso Rizzo. Un’indagine è stata poi aperta a Termini Imerese a carico del sottufficiale: la coordina il pm Giacomo Brandini. È già stata prorogata un paio di volte e quanto prima l’ufficio diretto dal procuratore Alfredo Morvillo dovrà decidere se chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio.

La vicenda, secondo l’esposto presentato da Maltese, gli sarebbe costata anche in termini di serenità, al punto che, a soli 62 anni, il comandante dei vigili aveva preferito mettersi in pensione. Tutta la storia prenderebbe le mosse da un casus belli quanto meno singolare, una gara ciclistica che attraversò Finale nel giugno del 2006: fu in quella occasione che sarebbero cominciati i dissapori, a causa di un mancato intervento dei militari a supporto dei vigili, aggrediti da un automobilista indisciplinato. Ad acuire ulteriormente la tensione, la successiva segnalazione dell’episodio alla Procura, fatta direttamente dagli stessi agenti, che non si rivolsero alla stazione dei carabinieri.

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