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Neonata gettata nel cassonetto, caccia ad eventuali complici

Alla madre è vietato di parlare con il marito o con altri familiari. Sono tanti i punti da chiarire nella storia di Valentina Pilato

PALERMO. E' blindata nel reparto di ginecologia dell'ospedale Cervello, Valentina Pilato, la donna accusata di aver gettato tra i rifiuti la figlia appena nata. Non deve parlare con il marito, né con gli altri familiari. Un modo per evitare versioni di comodo ed eventuali depistaggi. Segno che l’inchiesta è in pieno svolgimento, gli investigatori stanno verificando la sua drammatica confessione e cercano eventuali complici.  Altra domanda, terribile: la neonata è deceduta per i terribili stenti subiti dopo il parto, oppure per un malore accusato subito dopo la nascita? Lei in lacrime ha detto al magistrato di avere gettato la bimba nella spazzatura perché convinta che fosse morta, non sentiva il suo cuore battere. L’autopsia non ha confermato, ma nemmeno smentito. Di sicuro sul corpicino non c’erano segni di violenza, nemmeno un graffio.

Martedì la madre  è stata interrogata dal pubblico ministero di turno il giorno del decesso, Nino Di Matteo. Adesso il caso dovrebbe essere riassegnato ad un altro pm  - come riporta il Giornale di Sicilia in edicola oggi - che si troverà un fascicolo già piuttosto voluminoso. Per prima cosa, c’è la confessione fiume della donna. Ha detto di aver nascosto a tutti la gravidanza e di avere messo al mondo la piccola da sola, nella casa materna dove da qualche giorno si trovava, in via Di Giorgi, a meno di cento metri dal cassonetto dove ha poi gettato la neonata. Lei vive in Friuli col marito, un militare dell'esercito, e tre figli.

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