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«Ogni anno a Palermo una decina di mamme rifiuta i figli dopo il parto»

Il primario di Neonatologia all’ospedale Civico Marcello Vitaliti: esiste un servizio di assistenza in totale anonimato per le donne in difficoltà previsto dalla legge

PALERMO. «Ogni anno una decina di mamme ci chiedono di partorire in anonimato senza riconoscere i propri figli». Lo afferma Marcello Vitaliti, primario di Neonatologia all’ospedale Civico di Palermo. Nel suo reparto dove si registrano oltre duemila nati l’anno, si trova da un anno la «culla per la vita» di cui si è tornato a parlare in questi giorni dopo la morte di una neonata abbandonata dalla madre in un cassonetto.

«Oltre alla culla – spiega Vitaliti – esiste un servizio di assistenza in totale anonimato per le donne in difficoltà previsto dalla legge». Vitaliti, impegnato da oltre 30 anni nell’assistenza ai parti, conosce bene anche cosa accade a chi si rivolge in ospedale e non vuole riconoscere il proprio figlio: «Esiste una legge in Italia che tutela l’anonimato della partoriente. Il misfatto di lunedì non ha senso. È sempre più frequente che ci siano madri che non vogliono riconoscere il figlio. La madre – spiega Vitaliti - può partorire in completa sicurezza e si attiva un percorso che porta al giudice che tutelerà il neonato e poi l’adozione».

Dottore Vitaliti finora è stata mai utilizzata la culla?

«No. Comunque andrebbe diffusa maggiormente la presenza per scongiurare abbandoni di neonati in strada. È stata donata un anno fa dall'Inner Wheel Italia grazie alla sensibilità del presidente del Distretto Sicilia Angela Farina. La culla termica è dotata di una tecnologia moderna che consente di mantenere l'ambiente caldo e sicuro e, attraverso alcuni sensori e allarmi, è collegata al Padiglione Maternità, al pronto soccorso ostetrico-ginecologico, oltre all'Unità operativa di Neonatologia, garantendo ai piccoli che sono stati abbandonati di trovare immediatamente un luogo caldo e accogliente e di avere l'assistenza da parte del personale di neonatologia che seguiranno l'iter legislativo previsto per i casi di abbandono. In particolare, l'ingresso si trova a piazza Leotta 8, accanto al capolinea dell'Amat in un’area facilmente accessibile ma anche in grado di garantire riservatezza: sul posto, infatti, non ci sono videocamere per proteggere la privacy di chi decide di lasciarvi i piccoli. La porta può essere aperta con una semplice pressione che, tramite alcuni sensori e allarmi collegati all'unità operativa di Neonatologia, allerta il personale di servizio. Ma quella della culla è l’estrema ratio. Nel senso che ci sono altri modi per essere aiutati».

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