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Il cibo è Doc? Ad Agraria di Palermo la macchina svela truffe

Un lavoro complesso che oggi può essere messo a disposizione di Consorzi di tutela o di aziende che puntano alla qualità», spiega Baldassare Portolano, genetista animale che, con la sua equipe, ha messo a punto la piattaforma «Illumina»

PALERMO. Verificare che le produzioni lattiero casearie siano autentiche; ottenere, in un paio di minuti, il contenuto di polifenoli totali, l'acidità e il quadro degli acidi grassi di un olio; stabilire se un alimento sia o meno degradato, se il packaging abbia reagito bene agli stress foto termici e quale sia la provenienza di un determinato prodotto. Sono tutte analisi piuttosto complesse che possono essere condotte e sviluppate al Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell'Università di Palermo che, con il progetto di ricerca Plass, Platform for Agrofood Science and Safety, ha creato una serie di MultiLab con l'obiettivo di garantire sicurezza agro-alimentare, qualità dei prodotti e rintracciabilità alimentare.

Il progetto è stato illustrato allo Steri, nel corso di un convegno su «Alimenti, salute e sicurezza». Si tratta di macchinari ad alta precisione, unici in Sicilia, che hanno permesso, nell'arco di tre anni di lavori, di creare una serie di protocolli utilizzabili per autenticare varie produzioni, da quelle lattiero casearie a quelle agrumicole. «Un lavoro complesso che oggi può essere messo a disposizione di Consorzi di tutela, assessorati regionali, anche di aziende che puntano alla qualità», spiega Baldassare Portolano, genetista animale che, con la sua equipe, ha messo a punto la piattaforma Illumina, per il sequenziamento di interi genomi e l'analisi di migliaia di genotipi.
«Con l'analisi del dna di un determinato formaggio - sintetizza - siamo in grado di stabilire se un formaggio è autentico o meno». Una cosa simile accade anche per l'olio, con l'utilizzo di un altro strumento «che in pochissimo tempo - aggiunge Francesco Paolo Marra, associato del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali - ci consente di ottenere una precisa caratterizzazione dell'olio».

«In pratica - afferma Andrea Pace, ricercatore di Chimica organica - acquisendo dati sul prodotto autentico e paragonandolo con quello fasullo, vediamo dove si differenziano, ottenendo una serie di dati significativi che possono essere utilizzati a tutela dei consumatori». «Il nostro obiettivo finale - dice Ettore Barone, responsabile scientifico del progetto - è mettere in rete tutti questi laboratori per collaborare con varie istituzioni e prendere parte a progetti europei».

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