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Vito Galatolo svela: Messina Denaro ha detto con un pizzino di uccidere Di Matteo

Primi interrogatori dopo gli arresti contro il clan di Messina Denaro. Il consigliere comunale di Castelvetrano, Calogero Giambalvo dice di avere millantato quando parlava di incontri con il boss e il padre Francesco. Per lui scatta la sospensione

PALERMO. C’è chi, come il consigliere comunale di Castelvetrano, Calogero Giambalvo, si difende dicendo di avere millantato quando parlava di incontri con Matteo Messina Denaro e il padre Francesco, allora latitanti. E c’è chi, come il boss dell’Acquasanta di Palermo, Vito Galatolo, svela: Messina Denaro ha dato l’ordine di uccidere il pm Nino Di Matteo tramite un «pizzino», poi recapitato al «direttorio di Cosa nostra» incaricato di mettere in atto la sentenza di morte.

Due risvolti della stessa medaglia, in questo caso con l’effigie di Matteo Messina Denaro, il cinquantenne al vertice di Cosa dopo la cattura di Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Gli interrogatori dopo il blitz. Il «nipote del cuore» di Matteo Messina Denaro, Luca Bellomo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Davanti al gip Nicola Aiello e al sostituto Maurizio Agnello (che con l’aggiunto Teresa Principato e il sostituto Carlo Marzella ha condotto l’inchiesta), Bellomo ha fatto scena muta. S’è limitato a fare una battuta, indicando un dipinto che nella sala interrogatori del carcere di Pagliarelli raffigura la bilancia della giustizia. Poi silenzio.

Sui rapporti con i Messina Denaro, sul ruolo nella maxi-rapina al deposito «Tnt» di Campobello di Mazara, sulla telefonata della moglie Lorenza Guttadauro, avvocato e figlia di Filippo, che diceva alla madre che il marito, la notte precedente, era stato male a casa mentre invece una telecamera lo filmava altrove.

Dopo la presa di posizione del pm Agnello, che giovedì aveva sottolineato l’incompatibilità del ruolo della moglie-avvocato, ieri il gip Aiello in un’ordinanza ha condiviso la posizione della Procura: ha parlato di «elementari motivi di opportunità» e del concreto pericolo di inquinamento probatorio che il doppio ruolo della Guttadauro racchiude anche se non è vietato dalla legge. L’ordinanza del gip verrà trasmessa all’Ordine degli avvocati. Ieri Bellomo era assistito dall’avvocato Ignazio Cardinale.

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