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Tagli all'Università di Palermo, gruppo di studenti occupa gli uffici di Palazzo Steri

Tassa parcheggio, aumento delle tasse universitarie e riduzione dei servizi sono i temi espressi oggi al megafono dagli iscritti.

PALERMO.  Una cinquantina di studenti universitari afferenti alla  piattaforma “Studenti universitari contro i tagli e l'aumento delle  tasse” ha fatto irruzione nei locali di Palazzo Steri e ha occupato  dunque il Rettorato. L'azione degli studenti mira a palesare la loro  ferma contrapposizione al processo di privatizzazione che incombe sul  campus, quindi alla situazione attuale generale in cui grava il sistema  universitario e a ricordare la loro partecipazione alla mobilitazione  del 14 novembre con un partecipato spezzone studentesco universitario.

Tassa parcheggio, aumento delle tasse universitarie e riduzione dei  servizi sono i temi espressi oggi al megafono, temi a cui gli studenti  si contrappongono fermamente e che portano all'attenzione collettiva, in  piazza e in tutti i momenti di dissenso. “Dinanzi ad un'università ormai inglobata nella tendenza alle  privatizzazioni retta da chiare logiche di profitto, esclusione, mercato  e dequalificazione, l'unica cosa possibile da fare è agire con pratiche  di rifiuto e rottura contro questi meccanismi di mera espropriazione al  mondo della formazione.

Anche l'Ateneo di Palermo aderisce a questo  progetto di riduzione in macerie dell'Università e lo si vede dalla  cancellazione di ogni agevolazione per i vincitori di borse di studio,  dalle aule sempre più affollate e dalla tanto discussa tassa-parcheggio  che, insieme all'assenza di agevolazioni sui trasporti, comporterà nuovi  scenari di guadagno a vantaggio di pochi e a discapito di molti. In un'intervista sul web il rettore Lagalla ribadisce la sua ferma volontà di  inserire il parcheggio a pagamento dal 1 gennaio per allineare  l'Università di Palermo agli standard europei e sappiamo benissimo che  lo standard in questione è quello di enti privati che ormai fanno da  organo decisionale su ogni questione riguardante gli atenei, quello  dell'accesso alla formazione sempre più costoso ed esclusivo e quello  dei Cda divenuti sede della gestione dei profitti convenevoli. Noi  studenti non possiamo permettere che venga approvata una riforma che  riduce le scuole ad aziende e che per sostentarsi toglie 400 milioni di  euro ai fondi per Università e Ricerca. A settembre abbiamo bloccato i  test d'ingresso, inaccettabile strumento di selezione su basi  economiche, abbiamo poi coperto le prime strisce blu apparse all'interno  della cittadella universitaria e il 16 ottobre abbiamo occupato in  tantissimi la sede dell'ERSU. In tutti questi momenti abbiamo ribadito  l'idea che non accettiamo il modo con cui la politica sta gestendo il  mondo della formazione aderendo a un modello di università lontano dai  reali bisogni degli studenti e che vede e produce la negazione del  diritto alla formazione universitaria per migliaia di giovani la cui  unica colpa è l’impossibilità di sostenere gli enormi costi che gli si  presentano dinanzi.

Pertanto il 14 novembre scenderemo nuovamente in  piazza per il #blocchiamotuttoday insieme a disoccupati, senza casa, precari e studenti medi per  bloccare la città e costruire una mobilitazione per un' opposizione  reale all'austerity e alla precarietà” afferma Marco Orestano studente  universitario di Studenti universitari contro i tagli e l'aumento delle  tasse.

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