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Operaio di Palermo licenziato e sfrattato: «Ma non toglietemi i figli»

Intanto arriva l’avviso di sgombero per le 38 famiglie che occupano l’Opera pia di via Castellana

PALERMO. Mentre oggi il Comune assegna sette case confiscate per far fronte all’emergenza abitativa, si alza un altro grido di dolore. «Ai miei figli cerco di non fare mancare niente, ma, dopo essere stato licenziato, a pagare l'affitto ogni mese proprio non ci arrivo», spiega Francesco Aiello, 43 anni, ex operaio edile, licenziato per riduzione del personale predisposta dall'azienda in cui lavorava da anni. La sua è una delle tante storie di disperazione che si incrociano negli uffici di via Garibaldi, sede delle Attività sociali del Comune.

«Avevo un contratto a tempo indeterminato - racconta -. Con la crisi però le commesse sono iniziate a scarseggiare, fino a quando l'azienda ha avviato i primi licenziamenti. Io a 43 anni, quattro figli minori sulle spalle, mi sono ritrovato disoccupato». Da quel momento, Aiello è passato dalla cassa integrazione, alla mobilità e infine, finite anche queste, al nulla.

«Finiti i sussidi, mi ritrovo in una condizione drammatica. Le spese per mantenere quattro figli sono tante. Ma a loro cerco di non far mancare niente. Un piatto caldo c'è sempre perchè mi arrangio a lavorare come posso, con lavoretti saltuari e in nero: faccio quello che mi capita». Intanto, però, i soldi per l'affitto non bastano e dopo mesi di mancato pagamento, Aiello potrà trascorrere l'ultima notte in casa e già domani dovrà lasciare l'abitazione.

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